Mangiano per 20.000 euro e non pagano il conto
Vittima Stefano Civettini, titolare della Fattoria: «Era un’impresa, mi sono fidato» Il collega Flavio Biondo: «Problema serio, io ora voglio il pagamento anticipato»
RIVA. In nove hanno mangiato e bevuto per sei mesi senza mai versare un euro al titolare del ristorante. Il quale è tutt’altro che uno sprovveduto, ma si è fidato del titolare di un’impresa che si era rivolta a lui per garantire i pasti agli operai durante un cantiere. Non appena il ristoratore ha cominciato a chiedere il saldo delle fatture - stiamo parlando di 20.000 euro, non bruscolini, neppure per un’azienda florida - ha ottenuto nel migliore dei casi risposte vaghe, spesso telefoni muti.
Il fatto è successo a La Fattoria, noto locale della Busa, e il titolare, il popolare Stefano Civettini, ha affidato il suo sfogo ai social network, raccontando la vicenda di cui è rimasto vittima anche per metter in guardia i colleghi. Un danno economico, per Civettini, ma anche una «ferita» a livello umano, considerando che la fiducia che aveva riposto nell’impresario è stata brutalmente tradita: «Io i fornitori e i dipendenti li pago sempre puntualmente, mentre qualcuno si può permettere di non versarmi 20.000 euro già fatturati - spiega Civettini - Com’è accaduto? Le fatture si fanno ogni mese, ma capita frequentemente che c’è chi paga anche dopo due, tre o addirittura quattro mesi. La cosa non mi preoccupa, alla fine i soldi li vedo sempre. Stavolta...». Civettini non intende lasciar perdere: «So già che non porterò a casa nulla, ma ho intenzione di percorrere le vie legali per una questione di principio, altrimenti fanno tutti quello che vogliono».
Civettini ha incassato la solidarietà dei colleghi e Flavio Biondo, noto titolare della pizzeria da Alfio di Dro e della Brace a Rovereto, spiega che anche lui («Ma la cosa riguarda tanti colleghi») ha dovuto fare i conti con fatture mai pagate: «Per capirsi: nel 2009 a fine anno avevo 86.000 euro non incassati ma fatturati, pari al 10% del giro d’affari. Questo significa che le tasse comunque le devi pagare e ora che dimostri allo Stato di non aver mai visto quel denaro, passano anni».
Biondo ha trovato una soluzione: «Non potevo più andare avanti così, quindi ho deciso di introdurre la carta prepagata: prima incasso, poi scalo i pasti ogni volta. C’è chi non ha digerito la cosa e non ha più voluto fare contratti con il sottoscritto. In effetti ho diminuito il fatturato del 5%, ma gli insoluti sono crollati allo 0,3% del fatturato. Insomma, ci ho guadagnato». Morale? «Ho fatto “pulizia”. Anche se tengo a sottolineare la differenza tra chi fa il furbo e tra aziende che si trovano in reale difficoltà economica. Dal punto di vista morale c’è però una bella differenza e anche chi subisce il danno la vive diversamente. Ci sono però colleghi che, stufi di rimetterci - conclude Flavio Biondo - hanno deciso di incassare ogni giorno. Anche a costo di perdere clienti».
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