Le stufe a legna inquinano: ecco il piano per «eliminarle»
In Trentino abbiamo un serio problema con le polveri sottili e il biossido d’azoto. Per migliorare l’aria, finanziamenti per cambiare le «fornasèle». E per il traffico, soldi all’A22
TRENTO. Magari vi siete indignati perché l’Irlanda vuole mettere l’etichetta di «pericoloso per la salute» sulle bottiglie di vino. Allora sappiate che il governo e la Provincia vi obbligheranno a rottamare la vecchia «fornasèla».
Annuncia trionfalmente un comunicato stampa di piazza Dante: «Via libera dalla Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore all'ambiente Mario Tonina, ad una bozza di Accordo con il Ministero dell’ambiente in materia di miglioramento della qualità dell’aria nella provinci».
Il fatto è che il Ministero - quello di Gilberto Pichetto Fratin - ci mette 220 milioni, e almeno 5 arriveranno da noi.
È una mossa per contrastare la situazione: la qualità dell’aria in Trentino non è per niente buona. «Dalle rilevazioni effettuate periodicamente in Trentino, e conformemente a quanto previsto dal Piano provinciale, emerge quanto sia importante attivare misure di risanamento della qualità dell’aria sia in relazione al Benzo(a)pirene e al materiale particolato, sia in relazione al biossido di azoto NO2, andando ad integrare e rendere ancora più incisive le iniziative già messe in atto a livello provinciale».
Nonostante il tono ottimistico dei bollettini mensili, emerge una realtà: in Trentino il problema sono le PM10 (polveri sottili) e il biossido d’azoto.
Ora la provincia si muove. Come? «Su due fronti: da un lato, il contenimento delle emissioni generate dal settore del riscaldamento domestico, dall'altra, quelle prodotte dal traffico veuicolare, con particolare riferimento alle aree urbane e lungo il percorso dell'autostra a A22. Il tutto anche sulla base delle esperienze già sviluppate , da un lato per educare i possessori di piccoli impianti a biomassa e i professionisti del settore, come la campagna “Brucia bene la legna. Non bruciarti la salute”, dall'altro col progetto BrennerLEC».
Almeno inizialmente, dice la Provincia, «queste misure riguarderanno innanzitutto incentivi a privati ed imprese per sostituire impianti e generatori a biomassa obsoleti con altri sistemi di generazione del calore a zero emissioni (come ad esempio il solare termico e le pompe di calore), con nuovi impianti a biomassa a 5 stelle o con stufe ad accumulo costruite sul posto».
In sostanza, «detrazioni fiscali per l’efficientamento energetico degli edifici e per le ristrutturazioni (Ecobonus e Bonus casa), per interventi di sostituzione di dispositivi alimentati a biomassa costruiti prima del 2010, non più in grado di garantire una combustione ottimale della legna e privi di certificazione ambientale, con dispositivi di ultima generazione. Il bando sarà pubblicato e disponibile per i cittadini nella prossima primavera». G. Z.