Le associazioni trentine: «Pronti ad accogliere i profughi»
Le associazioni di volontariato, anche straniere, offrono disponibilità
TRENTO. Si è messa in moto la macchina della solidarietà trentina. Non quella istituzionale, ma quella che parte dalla gente, quella vera, spontanea. E le prime a presentare la loro disponibilità sono state le comunità straniere che sanno cosa significhi abbandonare la propria casa per colpa di guerre o dittature. E anche il mondo cattolico è pronto a dare una mano.
Ieri don Beppino Caldera ha fatto il punto della situazione con la sua pastorale del migrante. «Siamo travolti dalla paura e così ci difetta la comprensione. Da parte nostra deve arrivare prima di tutto un appello a considerare che stiamo parlando di persone che stanno vivendo una tragedia. E' a loro che ci stiamo rivolgendo. Stiamo preparando un documento che affronti da parte della diocesi anche questo tema per niente secondario e che sensibilizzi all'accoglienza, a non avere paura ma a comprendere. Sul fronte più pratico Caritas e Fondazione solidale sono già pronte ad offrire esperienza e mezzi. Prima è necessario capire chi arriva e quando, poi dovremo coordinarci con le istituzioni che sono preposte alla gestione dell'emergenza. L'Arcivescovo? Segue da molto vicino l'evoluzione dei fatti».
Ma c'è tutto un tessuto trentino, quello delle associazioni, che è pronto a muoversi. «Ne avevamo parlato una settimana fa - spiega don Caldera - nel corso dell'incontro con i gruppi di migranti che stanno preparando la Festa dei popoli. Abbiamo chiesto una loro eventuale disponibilità e nessuno si è tirato indietro. Anzi, s'è vista una grande partecipazione e voglia di mettersi a disposizione». Le associazioni fondate dalle comunità straniere in Trentino e che fanno in qualche modo riferimento al Cinformi si sono in effetti fatte avanti. C'è El puerto, di "ispirazione" argentina, ci sono i gruppi balcanici, c'è La savana, che raccoglie i senegalesi. C'è anche un gruppo di egiziani che si sono offerti per ruoli di interprete, se dovesse servire. Qualche associazione ha anche dato disponibilità di alloggi. «Di sicuro - ha detto come battuta don Caldera - rischiamo di avere più volontari che profughi», senza celare un pizzico di soddisfazione per la grande disponibilità offerta da tutti coloro che sono stati interpellati.
In ogni caso servirà molto equilibrio per gestire una situazione decisamente difficile. Perché da una parte c'è il ruolo istituzionale che non può essere scavalcato. Protezione civile, Provincia e Commissariato del governo hanno la responsabilità diretta sul percorso dei profughi e la loro sistemazione. Se i numeri resteranno quelli promessi dal governo, il problema alloggiativo non si dovrebbe porre e sarà la Provincia a individuare le sistemazioni. Praticamente impossibile, dunque, che su questo fronte vengano coinvolti i privati che pure si sono già offerti. Quello che dovrebbe essere il ruolo delle associazioni è invece successivo al vero e proprio arrivo dei profughi nordafricani. A loro spetterebbe il compito di dare sostegno ai nuovi arrivati, farli sentire meno soli, aiutarli a muovere i primi passi superando le inevitabili difficoltà e lo spaesamento dei primi tempi. Per muoversi, quindi, tutti quanti aspettano di sapere chi arriverà.
Da questo punto di vista la giornata di oggi avrebbe dovuto essere fondamentale, ma pare che l'incontro a Roma sarà rinviato forse a domani. Ci si aspetta la divisione territoriale dei 2500 profughi finora sbarcati sulle coste italiane. La decisione dipenderà molto da come sono andati ieri i colloqui con la Tunisia da parte del presidente Berlusconi, ma a questo punto è solo questione di giorni visto che al sud la situazione sta diventando ingestibile. Quanto saranno? Qualche decina, come primo invio, che potrebbe già arrivare nei prossimi giorni. Prima tappa sarà il centro di protezione civile di Marco, poi lo smistamento sul territorio trentino in località top secret in appartamenti adeguati alle esigenze. E' probabile che senza il vertice di Roma sarà rinviato anche quello previsto oggi pomeriggio tra Provincia, Comuni e Commissariato del governo.
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