Lavoro, amentano le nuove assunzioni in Trentino
Trento, presentato il Rapporto dell'Agenzia del Lavoro secondo il quale l'occupazione è in ripresa
TRENTO. Mercato del lavoro in ripresa in Trentino nel 2015. Lo dice il rapporto dell'Agenzia del Lavoro secondo il quale crescono le nuove assunzioni. Nel 2015 la domanda di lavoro è tornata a crescere in Trentino, dopo anni di difficoltà dovute alla crisi strutturale ed economica italiana e internazionale. Nei primi tre trimestri del 2015 - da gennaio a settembre - il mercato del lavoro in Trentino ha fatto segnare 98.249 assunzioni, il 3,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A beneficarne - ed è questo la seconda novità positiva - sono stati anche i giovani, categoria oltremodo penalizzata negli scorsi anni. I dati del mercato del lavoro sono contenuti nel 30° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento. Le assunzioni a tempo indeterminato sono quasi raddoppiate, contribuendo a connotare in senso più stabile la nuova domanda di lavoro.
Buone notizie arrivano anche dai Centri per l’impiego in Trentino dove è diminuito il numero di iscritti (disoccupati), con le nuove iscrizioni stabili e in aumento il numero di iscritti in uscita, in particolare i disoccupati che, trovato lavoro, si sono cancellati. L’andamento del mercato del lavoro dovrà trovare nei prossimi mesi la stabilizzazione del trend: solo allora si potrà forse affermare che la crisi economica è alle spalle. Le informazioni desumibili dai dati (statistici e amministrativi) dei primi nove mesi del 2015 sembrano indicare un timido segno di miglioramento negli indicatori del mercato del lavoro, in un contesto generale che si mantiene però generalmente statico.
I segnali di miglioramento sono associati soprattutto alle nuove assunzioni, che risultano in crescita in ognuno dei primi tre trimestri dell’anno. Complessivamente – tra gennaio e settembre 2015 – si contano 98.249 assunzioni, il 3,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se si esclude l’agricoltura, che segna un modestissimo segno negativo, gli altri due settori risultano in ripresa, con il secondario che fa segnare un incremento del 6,0% e il terziario che dopo le difficoltà degli ultimi anni mostra un +4,7%. Anche guardando alle caratteristiche anagrafiche dei soggetti assunti e alle tipologie di contratto utilizzate i primi nove mesi del 2015 sono positivi. La dinamica, si mantiene più positiva per i maschi (+3.119 assunzioni), ma crescono anche le assunzioni femminili (+283) e lo stesso per quelle dei cittadini italiani (+3.287, rispetto alle +115 straniere). Si conferma il ritorno alla crescita nel nuovo anno anche della domanda di lavoro per i giovani (+785 assunzioni fino ai 29 anni, +1.721 nella fascia centrale e +896 tra i soggetti con più di 54 anni). Per quanto riguarda la tipologia contrattuale, prosegue il declino del lavoro intermittente (post riforma Fornero), si accentua il calo dell’apprendistato (-140 assunzioni e -4,3%) e soprattutto come conseguenza della flessione in agricoltura diminuisce il tempo determinato (-398 e -0,6%).
L’aumento delle assunzioni tra il gennaio e il settembre dell’anno in corso, si deve soprattutto al tempo indeterminato e in parte anche alla crescita del lavoro somministrato. Il tempo indeterminato, grazie agli incentivi e alla maggiore flessibilità prevista dal contratto a tutele crescenti, nei nove mesi cresce di 2.895 unità per un +43,7%. C’è da dire come quasi il 60% di quest’aumento abbia interessato i giovani (1.221 fino ai 29 anni e 508 tra i 30 e i 34 anni) e ciò spiega le difficoltà incontrate in questi mesi dal contratto di apprendistato. Peraltro bisogna segnalare il dato positivo anche sul fronte delle trasformazioni in lavoro in forma stabile dei contratti in scadenza. Finora sono stati trasformati/confermati 3.056 contratti di lavoro a termine o in apprendistato in contratti a tempo indeterminato: 502 in più per un +19,7% rispetto a quelli trasformati nel corso dei nove mesi del 2014.
Appaiono confortanti anche i dati delle iscrizioni ai centri per l’impiego che, in fase di assunzioni in crescita, risultano in flessione. Lo stock di iscritti a fine settembre si attesta a 40.285 soggetti (il 4,8% in meno sullo stesso mese del 2014), con un calo più significativo per la componente femminile (-5,1%, contro -4,5% dei maschi). Le nuove entrate nei nove mesi ammontano a 18.376, in calo dello 0,3% su base annua. Va sottolineato inoltre che tra questi nuovi iscritti è cresciuto il peso degli inoccupati (persone in cerca di lavoro che non hanno mai lavorato prima) e diminuito quello di chi aveva perso un precedente lavoro. A fronte del citato flusso in ingresso nello stato di disoccupazione, nei primi nove mesi del 2015 si sono registrate 20.256 uscite dagli elenchi degli iscritti ai CpI. Rispetto all’analogo periodo dell’anno prima, le uscite sono aumentate di 3.266 unità per un +19,2%. Tra le principali cause di uscita dagli elenchi dei CpI, aumentano le cancellazioni legate al rifiuto di politica attiva per il principio della condizionalità (da 797 a 1.011). Si registra però anche un positivo incremento delle opportunità occupazionali: crescono di 842, infatti, le uscite per avviamento al lavoro. Erano 10.594 tra il gennaio e il settembre del 2014, e diventano 11.436 nei primi nove mesi del 2015, rappresentando così, con il 56,5%, la maggioranza assoluta delle uscite dagli elenchi dei CpI. Indagine Istat. Accanto ai dati di Agenzia del lavoro, il mercato è stato monitorato anche dall’Istat. Relativamente al 2015 non sono ancora stati divulgati i dati del terzo trimestre - lo saranno a breve. L’indagine Istat sulle forze di lavoro conferma per i primi sei mesi del 2015 una dinamica partecipativa crescente (anche dovuta alla necessità di contare, soprattutto per le famiglie, su una seconda fonte di reddito) che non trova però sufficienti sbocchi occupazionali. Si registra quindi un calo dell’occupazione (con -1.000 occupati rispetto al primo semestre 2014), e un aumento della disoccupazione (+1.600 persone in cerca di lavoro). Va però sottolineato il primo trimestre dell’anno prosegue la dinamica negativa dell’ultimo periodo del 2014, mentre il secondo trimestre mostra segni di ripresa sia sotto il profilo dell’occupazione che della (minore) disoccupazione. Gli indicatori di offerta di lavoro relativi al secondo trimestre (il dato più aggiornato) mostrano, infatti, un tasso di attività del 71,3% (in crescita di 0,8 punti percentuali), il tasso di occupazione che si attesta al 66,0% (+0,4 punti) e il tasso di disoccupazione che si incrementa sempre di 0,4 punti, raggiungendo il valore del 7,2%.
Le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS nei primi nove mesi del 2015 sono cresciute del 19,2% raggiungendo un monte ore complessivo di 1.867.621. La crescita ha riguardato esclusivamente la componente straordinaria dell’intervento (+33,2%) che rappresenta però l’84% di tutte le ore concesse nei nove mesi. Sono in crescita anche gli iscritti in mobilità nella lista 223/91 a seguito di licenziamento collettivo del 20% circa su base annua. Nei nove mesi le nuove iscrizioni in questa lista sono state 715, il 6,2% in più rispetto a quelle dello stesso periodo del 2014.