La sfida della Marcialonga nell'inverno più caldo
Decine di uomini al lavoro per innevare 57 chilometri di pista, sperando che la neve (vera) arrivi nel fine settimana
TRENTO. Nella storia ormai ultra quarantennale della Marcialonga sono saltate solo tre edizioni: 1975, 1989 e 1990. Ma questo - ha deciso il comitato organizzatore - non deve più accadere. Erano anni - quelli - in cui gli inverni caldi e secchi non potevano essere combattuti a colpi di cannone (da neve) come invece avviene in questi giorni nelle valli di Fiemme e Fassa. Basta viaggiare con l’auto lungo la provinciale della valle di Fiemme e poi lungo la statale delle Dolomiti in valle di Fassa per rendersi conto dell’enorme lavoro in corso per innevare la pista in tempo per la gara del 25 gennaio. Nel fine settimana è prevista neve? Benissimo, ma il comitato organizzatore continua il suo lavoro perché le previsioni meteo in casi come questi valgono solo quando diventano certezze. Cioè quando la neve sarà realmente caduta al suolo.
Quello degli organizzatori è un impegno preso con i 7.500 fondisti (il numero massimo previsto) che già l’estate scorsa si sono precipitati ad iscriversi. Ma come si fa a garantire una competizione di sci lunga 70 chilometri attraverso due valli che - attualmente - si presentano con i pascoli esposti al sole? Si fa così: ci sono una quindicina di punti di innevamento dove - appena la temperatura scende sotto zero, quest’anno purtroppo molto di rado - entrano in funzione una ventina di cannoni sparaneve. I “punti di produzione” sono distribuiti sul territorio fra Molina di Fiemme e Canazei in modo che il percorso dei mezzi pesanti (che devono trasportare la neve) sia il più breve possibile. Perché produrre la neve artificiale costa circa 2 euro al metro cubo, ma portarla in giro costa ancora di più.
I camion - una quindicina in tutto - vengono caricati dalla ruspe e quindi portano la neve lungo il percorso. Attualmente - spiega il presidente Angelo Corradini - l’ipotesi è quella di garantire la gara da Mazzin e Canazei e poi giù fino a Molina e Cavalese per un totale di 57 chilometri sui 70 del percorso tradizionale (con partenza da Moena). Ma se nel fine settimana scenderà neve a sufficienza il comitato è pronto a garantire la Marcialonga lungo il percorso integrale.
Intanto lungo la pista - che è quasi interamente tracciata - sono al lavoro cinque gatti delle nevi per distribuire sui prati la neve artificiale, mentre i primi atleti e appassionati già utilizzano il tracciato per gli allenamenti.
Tutto questo vi pare eccessivo? Forse non conoscete l’orgoglio e la determinazione della valle di Fiemme, capace di conservare la neve da un inverno all’altro per garantire le Universiadi nel dicembre del 2013. Vi pare troppo costoso? Angelo Corradini spiega che l’innevamento artificiale costerà attorno ai 200 mila euro (già messi in bilancio) ma l’indotto della Marcialonga sull’economia delle due valli è di circa 8 milioni di euro. Insomma ne vale la pena. Lo garantisce anche il past-president Alfredo Weiss. Anche perché le imprese che stanno “spalmando” la neve sui prati sono locali e danno lavoro a manodopera locale. Insomma si tratta di risorse che vengono spese dalle valli per arricchire le valli. I Comuni mettono l’acqua che - per il momento - appare sufficiente - e garantiscono la disponibilità dei quindici punti di produzione neve che - a conti fatti - avranno prodotto dai 70 agli 80 mila metri cubi di neve. Cioè quando serve per realizzare una striscia larga 4 metri e lunga 57 chilometri lungo le valli di Fiemme e Fassa.