La settimana corta a scuola non piace ai genitori

A Romeno il nuovo orario entrerà in vigore in settembre: «È un colpo di mano» Il sondaggio tra le famiglie non aveva ricevuto il 65% dei sì richiesto dall’Istituto


di Giacomo Eccher


ROMENO. Dal prossimo mese di settembre a scuola arriva la settimana corta (anche a Cavareno), ma alcuni genitori, contrari al cambio di tempo nella scuola, parlano di “colpo di mano” perché la decisione non sarebbe conforme, in termini di percentuale di favorevoli, a quanto stabilito, con una propria autonoma deliberazione, dal consiglio d'istituto.

In realtà, al sondaggio deciso dalla dirigente dell'Istituito Comprensivo di Fondo, professoressa Maura Zini e che si è tenuto lo scorso novembre, i favorevoli alla settimana corta (e quindi all'orario scolastico modulato in cinque giorni, con il sabato libero) erano stati 46 (il 62,16% delle 76 le schede consegnate sottoscritte dai genitori), 27 i contrari (36,49%) e una scheda nulla.

Maggioranza schiacciante quindi, ma comunque inferiore alla percentuale del 65% che il Consiglio d'Istituto dell'Istituto di Fondo in data 27 aprile 2012 aveva stabilito essere il quorum minimo di favorevoli valido per decidere il cambio di orario.

«Il rispetto delle regole che la stessa scuola si è data autonomamente dovrebbe essere un caposaldo per l'autorevolezza della stessa istituzione che ha per finalità l'educazione e la formazione dei cittadini di domani, qui è successo il contrario: nessuno nega l'esistenza di una maggioranza di favorevoli alla settimana corta, ma i numeri sono numeri anche se non collimano con scelte che a questo punto paiono calate dall'alto posto che anche la consulta insegnanti a maggioranza si era detta contraria al cambio di orario», affermano alcune delle mamme contrarie al cosiddetto tempo pieno.

La vicenda coinvolge - come detto - anche la vicina scuola di Cavareno ma qui la votazione - sondaggio tra i genitori degli alunni (del terzo anno di asilo e della scuola elementare dalla prima alla quarta) era stata del 73% quindi superiore al quorum stabilito nella sopracitata delibera del Consiglio d'Istituto.

«Non siamo arrabbiate per il fatto che è passato il sì al cambiamento, ma perché ci siamo sentite prese in giro», hanno scritto le mamme in una lettera al Trentino in cui riassumono la vicenda.

Ma andiamo per gradi.

Nel gennaio 2013 l'Istituto comprensivo aveva promosso a Romeno un pre-sondaggio sul tempo scuola, ma i risultati non sono mai stati resi noti.

Il 28 ottobre 2013 la dirigente Zini ha convocato i genitori in un incontro informativa sulle due opzioni (tenere il tempo attuale con il sabato a scuola o puntare al cambiamento) ma - lamentano le mamme - la relatrice (la preside del Pilati di Cles, professoressa Alessandra Pasini) di fatto aveva sponsorizzato in toto solo una delle opzioni, la settimana corta, senza nemmeno accennare ai vantaggi dell'attuale orario.

«Vogliamo far notare che i bisogni lavorativi delle famiglie non sono tutti uguali: ci sono persone che il sabato lavorano e che la sera tornano a casa dopo le 19. E così per poter trascorrere del tempo con i loro figli sono obbligate a non iscriverli ai pomeriggi facoltativi in cui la scuola vien vista anche dai ragazzi in maniera più leggera anche se vengono fatte attività interessanti per la loro formazione», concludono quindi le mamme.
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