La graphic novel che racconta il mito Messner
Ecco "Messner. La montagna, il vuoto, la fenice". Autore del racconto e dei disegni è il marchigiano Michele Petrucci: 88 pagine con grandi tavole acquarellate
Se ne adontino pure i puristi e i depositari del sacro verbo della scrittura, ma ormai il graphic novel - o romanzo grafico o romanzo a fumetti che dir si voglia - è per molti letteratura di serie A. Ebbene, da domani, anche un personaggio che ha già saldamente occupato l’ immaginario collettivo attraverso i libri (tanti, vendutissimi) oltre che per le sue imprese straordinarie, assurge a quella particolare e a suo modo definitiva consacrazione che proprio questo genere narrativo in ascesa continua assicura.
Sissignori, arriva nelle librerie “Messner. La montagna, il vuoto, la fenice”, disegnato e raccontato da Michele Petrucci. L’ editore è Coconino Press - Fandango, uno dei marchi editoriali che ha contribuito moltissimo alla diffusione del fumetto di qualità in Italia. Le pagine sono 88, a colori, grande formato, il prezzo 17 euro. Corrispondono ai tre capitoli nei quali l’ autore ha strutturato il racconto per immagini della vita (e del pensiero) del grande alpinista altoatesino. Ciascun capitolo introdotto da un esergo, da una citazione esemplare. Così la montagna è introdotta dalle parole di William Blake: “Grandi imprese si compiono quando uomini e montagne si incrociano”. Il vuoto è affidato ad una canzone dei CSI: “Viaggia la polvere, viaggia il vento, viaggia l’ acqua sorgente. Viaggiano i viandanti, viaggiano i perdenti, più adatti ai mutamenti In viaggio”. Infine, la fenice vola sulle parole di Emily Dickinson: “Chi non ha mai scalato vette impervie come potrebbe esplorare i rossi territori dei lidi di Pizzarro?”.
Non sappiamo se sia stato lo stesso Messner a voler collocare queste parole all’ interno dell’ ammaliante racconto per immagini fatto da Petrucci. Perché illustratore ed alpinista si sono incontrati e confrontati, più volte. Racconta Petrucci: «Questo libro nasce da un incontro con Reinhold Messner nella primavera del 2014, a Bolzano, all’ interno di Castel Firmiano. Mi aveva portato lì il desiderio di raccontare la vita è la filosofia di Messner, per molti aspetti più vicina quella di un artista che a quella di uno sportivo. Ne è nata una collaborazione fatta di suggerimenti, suggestioni e supervisione finale del libro. Una collaborazione che mi riempie di orgoglio per un libro che vuole raccontare la forza e la determinazione di quella che, giustamente, è considerato una leggenda vivente dell’ alpinismo e dell’ avventura».
Già, l’ autore. Giacché di certo non è il caso di raccontare chi sia Reinhold Messner, raccontiamo invece Michele Petrucci, classe 1973, marchigiano di Fano, autore di numerosi libri tradotti anche in Francia e negli Stati Uniti, vincitore di un Premio Micheluzzi (l’ Oscar italiano per gli illustratori) e che, sempre con Coconino Press, ha pubblicato nel 2015 “I pesci non hanno sentimenti”. C’ è come la sensazione, nello scorrere le pagine di questo volume, immersi nelle sue splendide tavole acquerellate, che questo romanzo per immagini - dove, giocoforza, le parole sono centellinate, misurate, quasi didascaliche, spesso ultimative - possa ritagliarsi uno spazio tutto suo all’ interno di quell’ universo comunicativo nel quale Messner è Re tanto quanto lo è degli Ottomila. Nella fucina illustrata di Coconino Press si sono detti: grande rocciatore, alpinista in grado di aprire nuove vie e prime assolute, ma anche scrittore, esploratore, fondatore e direttore di musei... Reinhold Messner è appunto una leggenda vivente.
La sua filosofia di ridurre al minimo indispensabile l’ uso dei mezzi artificiali, diventata un punto di riferimento mondiale per tutto ciò che riguarda la montagna, ha collocato l'alpinismo in una dimensione più prossima all'arte che allo sport. La rinuncia, la sconfitta come mezzo per raggiungere la meta, la massima esposizione al rischio come mezzo per misurare se stessi sono elementi con cui ogni artista deve imparare a misurarsi. E' da questo approccio che nasce la biografia a fumetti di Michele Petrucci, scritta appunto in collaborazione con lo stesso Messner. Pagine che ripercorrono i momenti più importanti della vita dell'alpinista. Pagine che a loro volta attingono alle decine di libri che già a partire dagli anni Settanta del secolo scorso hanno raccontato - spesso in modo autobiografico - le imprese di Messner. Le montagne, dalla prima scalata a cinque anni fino alla conquista, primo uomo nella storia, di tutti i 14 ottomila metri della Terra. Le traversate. Le spedizioni attraverso deserti e lande ghiacciate, seguendo le vie dei primi esploratori. Dalla traversata dell'Antartide fino all'attraversamento del deserto di Gobi, a 60 anni. Lo studio e la memoria. Dalle ricerche sulla leggenda dello Yeti fino all'apertura dei musei della montagna, per preservare un bene ambientale prezioso per tutti noi.
Petrucci ha voluto tracciare il racconto di un'esistenza che non ammette limiti né restrizioni, perennemente proiettata a raggiungere l'assoluto. Un racconto avvincente che è anche una riflessione sui valori profondi che la natura ci lascia in consegna. Un racconto dove trova spazio anche il dolore, in particolare per la morte del fratello Gunther sul Nanga Parbat, nel 1970. Le tavole di Petrucci, con un continuo gioco di rimandi temporali, regalano un approccio rispettoso, intimo, a tratti spirituale, a quella parte della vita di Messner. Nel tentativo, forse mai concluso, perché essenza stessa della vita, di rispondere alle domande che aprono il racconto di Petrucci. C’ è l'immagine di Messner che scala. Il testo del fumetto dice: «Intorno a noi si stagliano le vette. Dove vanno? Sordo. Il ghiacciaio frantumato ci parla. Cosa ci dice?»