La frutta e la verdura a rischio per la pioggia

Pochi i fiori fecondati e le malattie in agguato minacciano le piante Timori anche per le mele: segnali non confortanti per la produzione


di Carlo Bridi


TRENTO. La primavera eccezionalmente piovosa sta mettendo in ginocchio quasi tutti i settori dell’agricoltura trentina. Si salva la viticolturale. «Problemi di peronospora ad oggi non sono ancora sorti, per chi ha usato prodotti sistemici, diverso è il discorso per chi sta usando il rame: vedremo nei prossimi giorni», dice Enrico Tovazzi con terreni da Lizzana ad Aldeno. La situazione è invece molto preoccupante in tutti gli altri settori: in frutticoltura c’è un attacco di ticchiolatura generalizzato che si è raramente visto in passato. Molte le concause: innanzi tutto un inverno mite che ha permesso alla ripresa vegetativa un inoculo diffuso di spore. Questo ha di fatto creato le condizioni ideali per uno sviluppo diffuso del fungo della ticchiolatura che prima colpisce le foglie, ma che poi arriva anche ai frutticini rendendoli di fatto non commercializzabili.

Diego Pezzi, presidente di Confagricoltura e frutticoltore a Tassullo è molto preoccupato «perché si stanno creando delle condizioni pericolose anche per entrare in campagna. Com’è noto molti terreni in valle di Non sono scoscesi, ed entrare negli appezzamenti per fare i trattamenti con il terreno così bagnato è molto pericoloso. I contadini più attenti hanno tirato fuori le lance e le gomme per evitare il rischio di ribaltamento non entrando nei campi bagnati. Ma ci sono anche problemi di produzione - afferma Pezzi - la Stark, ha avuto una cascola mai vista in passato, le piante sono quasi pulite, ma anche per la Renetta Canada i segnali non sono affatto confortanti in ordine alla quantità di fiori fecondati. L’eccesso di pioggia ha di fatto dilavato il polline. In questo quadro negativo l’unica cosa positiva che vedo - conclude Pezzi - è quella che avendo l’irrigazione a goccia diffusa, non andremo a creare le condizioni perché dopo le infezioni primarie si sviluppino anche quelle secondarie quando cambiando il tempo come speriamo, dovremo provvedere a irrigare».

«Una situazione analoga a quella di quest’anno - ricorda Tovazzi - era successa nel 1985, ma in quel caso la ticchiolatura era “scappata” perché si credeva che con i prodotti sistemici fosse sufficiente anche l’intervento curativo». Altri problemi per le patate. «Molti campi non sono ancora seminati a causa dei terreni bagnati, il ritardo è ormai di 20 giorni, ma non si sa quando potremo seminare - dicono all’unisono Augusto Giacomelli pataticoltore sulla Vigolana e Luca Zambotti di Fiavè. - Ma anche quelle seminate spesso marciscono per il ristagno dell’acqua». Problemi anche per le semine del mais, molti non l’hanno ancora messo a dimora e chi l’ha seminato in terreni colmi d’acqua ora lo dovrà riseminare spiega Mauro Zamboni che coltiva mais in tutta la Valsugana. Quello da seminare supera il 30 per cento anche perché nei primi giorni di questa settimana tutti hanno seminato come i pazzi.

Molto problematica la situazione anche per i piccoli frutti, coltivati senza copertura, non si sa in che percentuale riusciranno a fecondare i fiori che erano molto belli.

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