«La discarica della Maza chiuderà entro sei mesi»

Questa l’intenzione dichiarata della Provincia. Per il vincolo di sito inquinante l’area sarà inservibile per 30 anni


di Matteo Cassol


RIVA. Dal primo gennaio la discarica della Maza è passata in gestione dalla Comunità Alto Garda e Ledro alla Provincia, già proprietaria. Ora la prospettiva sarebbe quella di una chiusura in tempi relativamente brevi, con lo stop al conferimento dei rifiuti in un'area che più volte ha riservato brutte sorprese, tra perdite anomale di percolato, sequestri, allarmi inquinamento e così via.

«Non c'è ancora un atto ufficiale - spiega il presidente della Comunità di Valle Salvador Valandro - ma ormai è assodato che entro il 2014 la discarica della Maza verrà chiusa: se n'è parlato con l'assessorato provinciale e nel Consiglio delle autonomie e l'intenzione è emersa chiaramente. A noi addirittura hanno detto che sarà fatto nel primo semestre di quest'anno. Per noi è una notizia positiva, ma porta con sé una serie di attenzioni: chiudere, infatti, non vuol dire abbandonare, bisognerà continuare a monitorare i processi di decomposizione dei rifiuti e di produzione del percolato, nonché cominciare a pensare a una bonifica». E magari al campo da golf proposto da Luca Giuliani? «L'idea è interessante e in un contesto di preparazione del piano territoriale di Comunità se n'era già parlato, ma è impossibile nell'immediato: una discarica anche se chiusa impone un vincolo di trent'anni come sito inquinante. Intanto pensiamo alla chiusura. Nel frattempo, c'è da dire che la Comunità si è data da fare perché la discarica passasse dall'emergenza del 2009 a una situazione di maggiore tranquillità».

In questo contesto, sembra tramontare dunque per mancanza di sostenibilità l'ipotesi della realizzazione dell'impianto integrato per il trattamento dei percolati e la valorizzazione energetica del biogas proposto dall'ex C9: «Non è più pensabile - conferma Valandro - proporre un project financing per lo sfruttamento a lungo termine dell'energia di una discarica destinata a essere dismessa. D'altra parte è verosimile che il percolato diminuisca e credo che i cittadini preferiscano comunque avere la discarica chiusa».

«Per quel che ci riguarda - aggiunge da parte sua l'assessore comunitario competente Michela Calzà - abbiamo messo a disposizione della Provincia un tecnico per il "service", una persona in loco che esegua per un anno tutti i controlli richiesti. La discarica di per sé avrebbe "spazio" per altri sette anni circa di conferimenti (70.000 metri cubi), dopo l'ampliamento completato a giugno dai 450.000 metri cubi del 2006 a 590.000 metri cubi. Ma le linee guida provinciali erano di passare dalla discarica alla termovalorizzazione dei rifiuti residui e il decreto Clini ha stabilito che questi potessero essere considerati combustibile di secondo livello per l'industria: un cambio di prospettiva che porterà al congelamento dei volumi di discarica ancora disponibili, Maza in primis, mantenendo aperte Trento e Rovereto. Così facendo i costi di smaltimento diminuiranno».













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