L’Upt: sì a liste comuni con gli alleati
Nel parlamentino passa la linea (sperimentale) di Dellai che guarda al Pd. Ma Conzatti frena: «Non faremo fusioni»
TRENTO. L’Upt sperimenterà una propria evoluzione, eventualmente anche con nome e simbolo nuovi, già alle elezioni comunali del prossimo maggio: liste aperte a persone, associazioni e movimenti disponibili a rilanciare l’esperienza del centrosinistra autonomista, e - soprattutto - liste comuni con altri partiti della coalizione.
Il parlamentino del partito, riunito ieri sera, ha dato un via libera sostanziale alla linea proposta a sorpresa la scorsa settimana da Lorenzo Dellai, in un documento che aveva spiazzato molti e irritato la segretaria Donatella Conzatti («Non siamo il partito di Dellai»). L’assemblea ieri ha approvato all’unanimità un documento di sintesi, dove la proposta dell’ex governatore esce temperata da un «ove possibile e in via sperimentale».
Pressata da un Patt pigliatututto che da mesi sta facendo campagna acquisti, l’Upt proverà dunque ad aprirsi e ad aggregare gli alleati, di fatto il Pd visto che lo stesso Dellai nelle scorse settimane aveva sondato l’ipotesi di dar vita ad una lista unitaria a Trento per costruire quel «campo democratico» abbozzato alla convention di Sanbapolis. Proprio dal capoluogo, ma anche a Lavis - dove c’è da ricomporre il centrosinistra autonomista, visto che oggi il Patt governa con il centrodestra - potrebbero partire le sperimentazioni. Anche se la lettura del documento approvato, a fine serata, resta diversa al di là della pace siglata. «Non faremo fusioni con partiti alleati - mette in chiaro Donatella Conzatti - l’Upt resta e si conferma la forza baricentrica capace di mediare dentro la coalizione. Il nostro obiettivo è riaggregare mondi che non appartengono ad alcun partito». «L’apertura delle liste è la linea che ha portato me all’Upt e che sto promuovendo da quando sono segretaria». Ma il suo avvertimento dei giorni scorsi, «I simboli si cambiano solo con un congresso», ne esce scalfito.
Il documento delibera di promuovere in via sperimentale liste aperte e di adottare conseguentemente «un simbolo e una denominazione che connotino questa impostazione».
Anche Dellai, ieri al termine della riunione, ha insistito sulla «grande unità» dell’Upt «che in un momento difficile per la politica è un segnale importante per i cittadini. Non è un’unità non sul nulla, ma sulla volontà di continuare ad essere un soggetto in evoluzione». E ha aggiunto: «Non escludiamo che in qualche Comune possano esserci delle belle sperimentazioni che diano l'idea di un'evoluzione del quadro politico». «La politica non può avere nostalgie o istinti di pura conservazione. Questo percorso dell’Upt può essere un buon contributo alla coalizione che deve recuperare un po' la bussola». «Al fondo - ha insistito - c'è una base comune che va recuperata e tirata fuori dalle difficoltà di questi giorni. Ci sono tante persone di centrosinistra autonomista ma non sono di nessun partito». Il senatore Vittorio Fravezzi esplicita la proposta in vista delle comunali: «Gli obiettivi del documento sono stati condivisi, l’Upt dà un segnale di innovazione politica che molte persone del centrosinistra spero possano valutare come interessante». «Certo che l’appello è anche ai partiti alleati, più facile che lo possano cogliere tanti dei partecipanti all’incontro di Sanbapolis (dove c’era molto Pd mentre era del tutto assente il Patt, ndr). L’obiettivo è testare questo progetto nelle realtà urbane medio grandi, lo slancio c’è, ora vediamo i tempi». Nel documento si bocciano le primarie come strumento per comporre i conflitti dentro la coalizione e si prevede che nelle eventuali sperimentazioni alle comunali gli organi locali del partito siano affiancati da un esponente provinciale con compiti di coordinamento.
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