L'ombra della mafia in TrentinoConfiscati beni per un milione
Secondo i dati del Cnel 15 attività imprenditoriali facevano riciclaggio di denaro mafioso
TRENTO. Il Trentino non è esente dalla mafia. Lo dimostrano i dati sui beni confiscati in provincia e sul riciclaggio di denaro sporco. Secondo i dati del Cnel e dell’Agenzia del demanio, in regione sono stati confiscati beni per un milione di euro. In tutto si tratta di 15 tra esercizi commerciali, piccole aziende edili e attività immobiliari o turistiche. Gli intermediari finanziari hanno segnalato 112 episodi di possibile riciclaggio. Anche gli imprenditori segnalano tentativi di infiltrazione.
Si presentano per incassare un credito e si offrono di fare prestiti. Così società finanziarie con sede in Campania e Calabria allungano le mani su aziende e imprese trentine. Una realtà che viene segnalata da un numero sempre maggiore di imprenditori. Le denunce si moltiplicano. Altre volte, le organizzazioni malavitose acquistano direttamente attività da trentini. Ormai, secondo i dati raccolti dal Sole 24 ore Nordest, accade in tutto il triveneto. Il rapporto voluto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel è giunto a conclusioni poco confortanti: «Nel nordest operano ormai tranquillamente tutte le cosche in una spartizione di aree di influenza che non punta tanto al controllo del territorio, quanto a mimetizzare sotto attività economiche e commerciali, investimenti e speculazioni edili, il riciclaggio di denaro sporco, senza disdegnare usura, truffe e relazioni con amministratori pubblici». Insomma la mafia è presente anche in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Sempre lo stesso rapporto segnala come molte attività apparentemente pulite sono ormai controllate dalla mafia, dalla camorra e dalla ndrangheta: «Attività apparentemente lecite quali la gestione di esercizi pubblici o commerciali, di piccole aziende operanti in settori a basso contenuto tecnologico, come gli appalti edili e stradali e il movimento terra sono controllate da organizzazioni malavitose». Non è un caso nel nordest si trovi il 12 per cento dei beni confiscati. In Trentino il valore di questi beni confiscati supera di poco il milione di euro.
A preoccupare le forze dell’ordine, però, sono anche i vari tentativi di infiltrazione portati avanti da finte finanziarie che cercano di acquisire il controllo di aziende e imprese in difficoltà. Le imprese vengono agganciate attraverso società di riscossione di crediti. Le imprese più in difficoltà cedono spesso alle lusinghe di queste organizzazioni.
Preoccupanti sono anche i dati relativi alle segnalazioni di tentativi di riciclaggio. Guardando ai soli intermediari finanziari, ovvero banche, poste, imprese assicurative, sim, sgr fiduciarie e consulenti finanziari le segnalazioni nel 2009 sono state 112 nel solo Trentino. Mentre non ci sono state segnalazioni da parte di operatori non finanziari. Si tratta di segnalazioni inviate alla banca d’Italia. Il Trentino, comunque, resta un territorio fortunato rispetto al resto del nordest. Infatti in tutto il triveneto le segnalazioni di tentativi di riciclaggio sono state 1.813. Tra l’altro gli operatori economici segnalano il rischio di aumento di prestiti a tassi di usura a causa della stretta creditizia decisa dalle banche a causa della crisi. Di questi tempi la malavita usa i prestiti per conquistare aziende da usare per i propri scopi