L’Italia chiederà la grazia per Chico Forti
L’annuncio è dell’onorevole Mauro Ottobre che nei giorni scorsi ha visitato in Florida il detenuto trentino in carcere con l'accusa di omicidio
TRENTO. La diplomazia politica potrebbe diventare la via alternativa a quella legale per ridare la libertà a Chico Forti. A promuoverla è l'onorevole Mauro Ottobre che ieri ha illustrato in una conferenza stampa tempi e modalità di questa iniziativa che ha come termine massimo, il viaggio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, farà a breve negli Stati Uniti. Dovrebbe essere lui il portatore della richiesta di grazia fatta dallo stesso Stato italiano e che Obama potrebbe concedere annoverandola tra i provvedimenti di clemenza che normalmente caratterizzano il fine mandato.
L'onorevole Ottobre il 2 di novembre si è intrattenuto in carcere con Chico Forti dalle 11 alle 17, accompagnato dal nuovo Console di Miami Maria Gloria Bellelli, alla quale è stata illustrata tutta la vicenda. Tecnicamente la mozione è già stata presentata, ma i tempi del suo iter burocratico potrebbero impedirle di essere emendata prima della partenza del Presidente, prevista per fine mese. “Se così fosse, la richiesta di grazia diventerebbe – ha osservato Ottobre – una richiesta privata da parte di Mattarella che però avrebbe identico valore ed in considerazione dell'andamento delle vicende giudiziarie che hanno visto protagonisti cittadini americani, ci potrebbero essere dei buoni presupposti”.
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La richiesta di grazia si basa su tre punti: il più forte è la mancata applicazione “dell'accordo di Miranda” che prevede l'obbligo della presenza di un difensore agli interrogatori che negli Stati Uniti è un diritto acquisito ed imprescindibile. Ottobre spiega anche come questa iniziativa sia stata presa in accordo con l'avvocato difensore Tacopina che sarebbe pronto a presentare l'istanza di revisione del processo che comunque andrebbe al 2016. “Quella della grazia è una via alternativa a quella legale e decisamente più breve. L'avrebbe potuta chiedere anche Chico, ma non l'ha fatto perché per avviarne il percorso si sarebbe dovuto riconoscere colpevole, ammissione nemmeno presa in considerazione sulla base della certezza dell'innocenza”.
Ottobre ci tiene anche a tranquillizzare amici e parenti di Chico Forti sulle sue condizioni di salute: “Sta bene ed è tranquillo. E' riuscito a ritagliarsi uno spazio di tranquillità in una situazione per nulla bella. I suo compagni sono infatti detenuti con pene lunghe o condannati a morte, ma a Chico fa riferimento una classe di quaranta studenti ai quali insegna italiano e spagnolo ed è anche l'autore della cartellonistica interna”.