L’incendio distrugge tetto e mansarde
Il rogo (causato da un corto circuito) nella notte di Pasqua a Lavis ha provocato ingenti danni alla casa della famiglia Anesi
LAVIS. La notte di Pasqua a Lavis è stata illuminata d'improvviso dalle fiamme. Un furioso incendio, scoppiato intorno alle tre di notte, probabilmente a causa di un guasto elettrico, ha coinvolto una casa – divisa in più appartamenti – che si affaccia sulla Nazionale. A bruciare il tetto e gli spazi ricavati nella mansarda: uno dei due abitato, l'altro utilizzato invece come soffitta. Danni ingenti ma, fortunatamente, nessun ferito. I primi ad intervenire sono stati i vigili del fuoco volontari di Lavis. Purtroppo quando sono arrivati la situazione era già compromessa, l'incendio difficile da gestire.
Nella casa abita una parte della famiglia Anesi, che al piano terra gestisce anche un negozio di ricambi d'elettronica per le auto. L'incendio si è sviluppato a partire da una parte del sottotetto – poi completamente distrutto dalle fiamme –, dove abitano due fratelli di 28 e 24 anni. Un'altra parte della mansarda non è invece abitata ed è utilizzata perlopiù come soffitta. Negli appartamenti al piano inferiore vivono nonna e zia: in questo caso i danni sono stati minori, causati solo dalle infiltrazioni d'acqua. Quattro quindi le persone coinvolte, che per fortuna sono riuscite a lasciare in tempo le case anche grazie all'aiuto di un giovane volontario dei vigili del fuoco che vive proprio lì accanto.
L'allarme è stato dato da un vicino di casa. Al momento dell'arrivo dei soccorsi le fiamme già lambivano il tetto e s'alzavano nel buio della notte. Per poter intervenire in sicurezza, è stata chiusa per un tratto la strada statale praticamente dal semaforo che regola l'incrocio con via Degasperi e via Paganella sino al cimitero. L'intervento è stato particolarmente complesso, soprattutto per la conformazione del tetto. Essendo ventilato, le fiamme si sono propagate fra uno strato e l'altro, sia verso il basso sia verso l'alto, anche per la presenza delle guaine e degli isolanti in polistirolo. «Il rischio maggiore – spiega Paolo Odorizzi, vicecomandante del corpo di Lavis – era che l'incendio si propagasse anche alle altre case». Nel passato in zona c'era un antico maso. Le abitazioni oggi, nel raggio di pochi metri, sono ancora molto vicine fra loro. Concreto il pericolo che l'incendio coinvolgesse le altre case, assumendo dimensioni spaventose. Per evitarlo, i vigili del fuoco hanno creato delle barriere d'acqua. Ma non è stato l'unico rischio di un intervento difficile. Una squadra dei vigili del fuoco, che si trovava all'interno dell'edificio, ha dovuto ad un certo punto lasciare la zona in fretta: parte del tetto aveva iniziato a cedere.
Nella notte sul posto sono intervenuti circa 60 vigili del fuoco, appartenenti ai corpi di Lavis, Giovo, Zambana, Mezzocorona, Mezzolombardo, Gardolo, Meano, Fornace, Albiano e Cognola, oltre ai permanenti di Trento. Sul posto anche l'ispettore distrettuale Giacomo Desero. L'incendio è stato attaccato da un balcone di una casa vicino, quindi con l'utilizzo di piattaforme aeree e bracci meccanici. Parte del tetto è stato tagliato. La situazione era però ormai compromessa.
Il rogo è stato definitivamente domato intorno alle 6 del mattino di domenica, e i danni riportati dalla casa sono notevoli. L'appartamento nel sottotetto – la zona dove le fiamme si sono sviluppate – è stato completamente distrutto dalle fiamme, compreso l'arredo. Le cause dell'incendio sono in fase d'accertamento, ma i primi sopralluoghi confermerebbero l'ipotesi che si sia trattato di un guasto elettrico. Forse un corto circuito o un surriscaldamento. Nella giornata di Pasqua il lavoro è continuato con le operazioni di bonifica e messa in sicurezza.
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