L'«Aquila» alle sorelle del libro

Il sigillo della città a Maria e Pia Benigni, 72 anni di lavoro per la cultura


Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Lunedì prossimo alle ore 18 le sorelle Maria e Pia Benigni avranno per mano del sindaco di Trento quello che largamente e da molto tempo meritano: il più alto riconoscimento pubblico, l'Aquila di San Venceslao. Per chi ha superato i cinquanta anni sarebbe anche quasi inutile descrivere chi sono queste due sorelle minute come due grissini, ma forti come querce. Nello scorso settembre hanno festeggiato ben 72 (diconsi settantadue) anni di lavoro con e per la cultura libraria, principalmente per bambini. All'epoca (1939) Maria e Pia erano piccoline, ma già, a causa della morte precoce del loro padre che aveva acquistato da poco tempo dall'onorevole Lionello Groff l'omonima cartolibreria, si erano sentite in dovere di occupare il tempo libero dagli studi aiutando la madre e la sorella più grande in quel negozietto.

Le difficoltà erano tante e la guerra, soprattutto con i bombardamenti, le aumentò. Data fatidica quella del 13 maggio 1944 quando piazza Fiera, al cui angolo con via Santa Croce v'era la cartolibreria (ora, con molto più spazio c'è Mandacarù), via San Bernardino e il centro della città furono centrate dalle bombe. Ricordi amarissimi che queste quattro donne così forti spazzarono via con una volontà tetragona. Le aiutò la vicinanza topografica ma anche culturale delle scuole elementari Crispi e Verdi che indussero soprattutto Maria e Pia, divenute responsabili della cartolibreria, a specializzarsi nella letteratura per bambini. La città che urbanisticamente cambiò le costrinse nel 1982 a trasferirsi nella attuale sede di via Belenzani.

Hanno veleggiato e tuttora veleggiano tra i libri le due sorelle costantemente dentro i loro camici grigi e con la loro squisita gentilezza. Ma soprattutto hanno radicato e non mancano mai di ripeterla la loro convinzione che la lettura è sinonimo, anzi ossigeno ed essenza stessa della libertà intellettuale, la vera libertà. Ne hanno fatto da sempre una scelta culturale. Non sono le chiacchiere, seppure dotte, televisive o radiofoniche e meno che meno certi programmi di mero e basso intrattenimento - scuotono pessimisticamente la testa - che inducono ed esercitano la gente nella capacità critica dei fenomeni politici e sociali, ma la lettura, nero sul bianco, delle idee.

Soltanto quando si legge un pensiero e si può valutarlo tornando indietro a rileggerlo facendo frusciare le pagine, solo così si genera un'idea, politica, sociale, morale, o il suo - magari - esatto contrario. Deve cominciare presto, fin da bambini l'educazione a leggere libri e giornali. Solo allora, quando la popolazione sarà composta da lettori di saggi, romanzi e testi scientifici, solo allora avremo una società che saprà fare scelte, anche politiche, ragionate e ragionevoli. Maria e Pia non hanno mai deragliato da questo binario culturale, mai cedendo alla comoda vendita di libri "televisizzati" ottimi o pessimi che fossero. Sicuramente con la vendita di libri queste due signorine non hanno fatto una fortuna economica, ma hanno fatto la fortuna culturale di una piccola o grande fetta di trentini.













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