L’Alberghiero offre la cena di Natale a settanta senzatetto 

Levico, nel progetto con la Fondazione comunità solidale e Caritas, coinvolte l’associazione il Sole e l’Aquila Basket


di Franco Zadra


LEVICO TERME . Una vigilia di Natale speciale per l’istituto di formazione professionale alberghiero di via Ziehl. Una settantina di ospiti provenienti dalle reti sociali di Fondazione Comunità Solidale e Caritas sono stati accolti da altrettanti studenti coinvolti nel progetto “Oltre” per riuscire nel “miracolo” di un “Natale insieme” con al centro chi si trova in una situazione svantaggiata, senza fissa dimora, o nella condizione di rifugiato, e anche famiglie fuggite dal conflitto in Siria.

«Un modo per far diventare una scuola, una casa – ha detto il dirigente, Federico Samaden - la casa dei ragazzi, quello che è sempre stato nel mio cuore, e quest’anno comincio a sentire che questo si sta realizzando. È la loro casa e la sentono come tale, quindi la cosa più naturale in casa è festeggiare il Natale». Oltre all’accoglienza, curata nel minimo dettaglio, alla cucina, con prodotti forniti da Morelli Catering e Trote Astro, alla pasticceria, e alla grande sala allestita a festa in collaborazione con gli alunni della associazione “Il Sole”, genitori ed ex allievi amici dell’istituto, offerti dagli studenti a un livello professionale da 5 stelle, non sono mancanti neppure gli scambi di doni natalizi, sponsorizzati da Aquila Basket e dalla Fondazione Comunità Solidale e Caritas diocesana, ma c’erano anche la Cooperativa Sociale Vales, Irifor, e alcune aziende pubbliche di servizio alla persona.

Non era facile, e non ci siamo riusciti, mettere lo chef Giuliano, uno dei sei docenti che coordinavano gli studenti, per una sera sotto i riflettori. Un anti divo naturale che però ha subito messo in primo piano i suoi allievi. «Molto partecipativi – ha detto lo chef – e con un grande cuore nel dare il massimo per l’accoglienza». Leggere il menù confezionato per la cena diventa a questo punto una succulenta conferma di un Natale insieme perfettamente riuscito che ha pure l’effetto di far venire l’acquolina in bocca. Sformatino di fave su vellutata di formaggio caprino e veli di trota affumicata, lasagnette gratinate alle verdurine con pesto e grana, tacchinella farcita con frittatina, grana e spinacino con riduzione di melograno, spuma di patate al sedano rapa e scalogno all’aceto balsamico, per concludere con una piccola cheesecake con salsa di lamponi.

«Il concetto di ospitalità – ha detto ancora Samaden – è biunivoco, si ospita e si è ospitati. I ragazzi sono felici di ospitare persone che altrimenti passerebbero il Natale in solitudine e questa è la cosa più importante che la scuola deve saper fare, perché fa di loro non solo dei professionisti dell’ospitalità, ma dei cittadini che sanno dare il valore giusto alle cose». Attorno al tavolo dell’istituto alberghiero, questo Natale sono scomparse per un momento le diseguaglianze sociali, tutti allo stesso livello di stima e simpatia, circondati da persone che fanno il lavoro più bello del mondo: lavorare per far star bene gli alti.













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