riva del garda

Indagine su vendemmia e caporalato in Trentino, le preoccupazioni della Cgil

I sindacalisti:«Anche se siamo consapevoli che il fenomeno in Trentino ha dimensioni molto ridotte, non possiamo sottovalutare episodi come quello evidenziato dalla stampa».



RIVA DEL GARDA. «Il caso di presunto caporalato a Riva del Garda desta preoccupazione e indignazione. Anche se siamo consapevoli che il fenomeno in Trentino ha dimensioni molto ridotte, non possiamo sottovalutare episodi come quello evidenziato dalla stampa. Ci auguriamo dunque che le forze dell'ordine accertino eventuali responsabilità per quanto accaduto».

Manuela Faggioni e Lorenzo Gramola della Flai del Trentino intervengono così sul recente, presunto, episodio di caporalato che si sarebbe verificato in alcuni vigneti di Riva del Garda. «Sicuramente nella nostra provincia il problema non rappresenta un'emergenza. Anche se ci sono arrivate segnalazioni di imprenditori agricoli a cui cooperative o società da fuori provincia proponevano squadre di raccoglitori 'tutto compreso", a un prezzo decisamente vantaggioso», proseguono Faggioni e Gramola.

La ragione, come denunciato da Cgil Cisl Uil del Trentino con i consulenti del lavoro nei mesi scorsi, sta nel fatto che spesso le aziende non pagano i contributi e i loro lavoratori vengono sottopagati. Per questa ragione Flai del Trentino fa appello al mondo ortofrutticolo, alle associazioni datoriali e ai grandi consorzi perché facciano prevenzione e prestino la massima attenzione a fenomeni di questo tipo: «Il caporalato si contrasta in maniera compatta, perché danneggia tutti», concludono i sindacalisti.













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