Il cuore ha tradito Luca Gross Accorato addio all'albergatore
POZZA DI FASSA. Portali aperti e gremitissima di gente, di colleghi, di amici la grande chiesa parrocchiale di S. Maria Ausiliatrice per l'ultimo saluto cristiano a Luca Gross, 49 anni albergatore vittima di un fulminante arresto cardiaco. A nulla sono valsi i soccorsi immediati dell'ambulanza prima e del medico rianimatore giunto sul posto con l'elicottero del 118. La notizia diffusasi in un baleno in val di Fassa ha creato incredulità e sgomento. Nella comunità di Pozza ancor più grande l'impressione e il dolore per la repentina scomparsa di Luca: il giorno precedente la tragedia, dopo le esequie, aveva sorretto la bara della novantenne zia Maria lungo il percorso verso il camposanto deceduta qualche giorno prima. Luca, gestiva l'albergo "Nes Crepes" ed era conosciutissimo in val di Fassa come nella comunità di Pozza dove anche offerto per un quinquennio il contributo concreto al corpo bandistico in qualità di strumentista. Ai funerali, fra la folla, anche la rappresentanza della banda con il vessillo listato a lutto e una schiera di cuochi della val di Fassa con la loro casacca rossa. La cerimonia presieduta dal parroco don Giuseppe Da Prà e concelebrata da don Pio Casari ha simboleggiato, rinnovandolo, il grande, commosso abbraccio ai famigliari e in particolare al figlio Nicola e alla mamma signora Teresa vedova del compianto e noto scultore e guida alpina Tony Gross. Lacrime e commozione sui volti di tutti hanno accompagnato la mesta cerimonia. Un dolore immenso impregnato di altrettanta partecipazione di cui si è reso interprete don Giuseppe, nell'omelia quasi sussurrata. «Un dolore - ha detto il parroco - unito a quella del Cristo, al quale può venire in soccorso solo la fede che ci conferma che la morte non è la fine di tutto». (c.g.)