Il canyon del Limarò un’attrazione da brividi 

Natura. A spasso con Vittorio Parisi, storico conoscitore della forra, per conoscere meglio uno dei paesaggi più suggestivi della zona. Che forse si potrebbe valorizzare meglio


Graziano Riccadonna


Limarò. Non sarà il Gran Canyon d’America, però il canyon della forra del Limarò rimane una fantastica attrazione naturale, una serie di anfratti e di viste mozzafiato sul fiume Sarca che costituisce un’escursione unica nelle tra le valli Giudicarie e la valle del Sarca.

Un’escursione che ha bisogno di una guida, in questo caso eccezionale: Vittorio Parisi, classe 1928, agile e scattante conoscitore della stretta gola della Sarca fin dai tempi della gioventù, a cui ha dedicato un suo studio intitolato “Il canyon del Limasò. Giò al Mont, territorio, ricordi, poesie”.

Si tratta di un’escursione davvero unica e consigliabile sia per gli esperti di canyoning che per gli amanti della natura selvaggia anche se non attrezzati di tutto punto.

Il percorso inizia poco dopo il ponte dei Servi nei pressi delle Terme di Comano, per addentrarsi nella stretta gola della Sarca a partire dalla nuova passerella realizzata dalla Provincia una decina d’anni fa per agevolare la visita alle strette gole della Sarca, altezza una cinquantina di metri sul corso fluviale in quel punto particolarmente suggestivo e selvaggio.

«E pensare che proprio lungo questo corso d’acqua venivamo a pascolare le nostre pecore e a falciare la poca erba disponibile», spiega Vittorio Parisi nell’illustrare i caratteri atavici della gola e dei terreni scoscesi che la accompagnano dalle Terme di Comano fino a digradare verso le Sarche, dopo il ponte Balandin.

Infatti, poco oltre il ponte dei Servi, altezza 90 metri, con tutte le sue storie poco felici da raccontare, superata la moderna passerella e il selvaggio paesaggio della forra, si giunge al ponte del Balandin, ritenuto di età romana e fondamentale per il passaggio storico dalla sponda lomasina a quella banalese. Proprio dal ponte romano passava la antica viabilità verso il passo della Morte oltre il villaggio di Comano.

Una decina d’anni fa la Provincia ha provveduto ad attrezzare la zona per escursioni almeno le più facili, realizzando oltre la nuova passerella ad unica campata nonché due piazzole di osservazione in metallo, che si sporgono a balcone sul burrone del fiume: uno spettacolo davvero unico a una quarantina di metri d’altezza sul greto vorticoso del fiume che passa sotto. L’ultima terrazza di osservazione, quella che chiude il giro, offre uno spettacolo unico, una Sarca sempre più profonda che prosegue il suo tumultuoso corso, prima di giungere alla spiaggetta nei pressi del Limarò, irraggiungibile con i normali percorsi escursionistici. Il fotografo Luigi Bosetti ha dedicato al percorso un’interessate galleria fotografica.

Peccato però che non tutto quello che si è fatto da parte della Provincia in questi anni per valorizzare il canyon del Limarò non sia a regola d’arte. Così quello che colpisce è la chiusura del sentiero che scende alla forra proprio nel tratto più suggestivo, quello prima del ponte Balandin, a causa del pericolo costituito dalla roccia sovrastante. Una chiusura però assurda, in quanto il sentiero scende sottoroccia e la eventuale caduta sassi si riversa direttamente nel corso della Sarca, risparmiando l’antico sentiero che fa parte tra il resto della antica viabilità tra il passo della Morte sopra Comano e il versante verso Castel Stenico.















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