I Botteri dalla Val Rendena: salumai, arrotini e giornalisti

L’emigrazione dal Trentino a Trieste è cominciata centocinquanta anni fa. In Friuli sono numerosi i letterati della nostra provincia. Tra i notabili la corrispondente dagli Usa della Rai Giovanna Botteri


di Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Cominciamo dalla fine con il nome di un personaggio di notorietà nazionale: Giovanna Botteri, la corrispondente dagli Usa per la Rai, bionda e giovanile, trentina, pronipote di Girolamo, un salumiere di Strembo emigrato con i fratelli Albino e Santo a Trieste a metà dell’800, nipote di Giovanni e figlia di Guido (1927), un giornalista che, pensionatosi, vive nel Carso triestino. A Strembo, dove ha la seconda casa, Guido arriva spesso. A sua volta Giovanna è mamma di Sarah Pace, (il padre è Lanfranco Pace, giornalista, ex estrema sinistra, passato al Folio di Giuliano Ferrara) che recentemente si è laureata a New York e che vive da sola a Roma.

Ma andiamo per ordine in questa saga dei fratelli Botteri ( “Sum chii dal butèr” quelli del burro) che da Strembo assieme ad altri coetanei dei paesini limitrofi vanno a Trieste. Vanno in quella città che è in forte espansione socioeconomica, dove si parla italiano e dove si può avere successo facendo gli arrotini o i salumai, gli unici due mestieri in voga e quindi conosciuti in quella valle trentina. L’arte del salumaio è un’”eredità” lombarda accresciutasi in valle nel tempo da parte di alcuni rendeneri che in inverno andavano a confezionare soprattutto carne di maiale prevalentemente nel mantovano.

Girolamo, discendente dei Botteri “Fii”, ovvero del “Cioch” di Bortolo, sposo della perpetua del parroco di Strembo, ha alcuni figli dei quali sopravvive soltanto Giovanni (1890-1953) che nasce, appunto, a Trieste.

Altro “cioch” Botteri è quello dei fratelli Giacomo, Martino e Giulio che nel 1866, rispettivamente hanno 22, 20 e 15 anni, sono partiti da Strembo a piedi verso Trieste con la bici e la “mola” con cui, strada facendo, chiedono nelle case che a mano a mano incontrano se avessero coltelli da affilare. A Trieste invece, hanno cominciato a vendere salumi sulla strada, poi in una vera bottega. Giulio avrà un figlio, Vigilio, che durante la guerra viene fatto prigioniero e mandato in Siberia. La Transiberiana su cui viaggia dentro un carro difeso dalle inferriate verrà assalita dai lupi che azzannano i ferri. Tornerà, si sposerà a Strembo con Maria e avrà Giacomo, poeta e scrittore, uno dei tanti insegnanti di lettere di Trieste con sangue trentino.

Chiusa qui questa parentesi, torniamo al cioch dei “Fii” e cioè a Giovanni. Gracilino con due gambe come sedani, e per questo soprannominato “Gambin”, è stato un “caciàl” (bocia dell’arrotino) ed ha la buona sorte di avere in eredità dallo zio Albino, senza figli, la prima salumeria aperta da trentini a Trieste. Kaiserjaeger, combatte per l’esercito asburgico, torna, si sposa con Irma da cui ha tre figli: Sergio (1925) che alla morte del padre proseguirà con la salumeria, Guido (1927) e Giordano (1930) che farà l’avvocato.

Noi seguiamo Guido, padre di Giovanna, che passa l’adolescenza “estiva” a Strembo dove, durante al guerra, è sfollato con la famiglia. E’ un periodo in cui studia, si “matura” al liceo Prati nella sessione riservata ai partigiani. Comincia a fare il giornalista, passa alla Rai di Trieste alla cui sede passo dopo passo diventa direttore con responsabilità diretta sulla redazione. Politicamente è un democristiano di ferro, un “moroteo”, con significativi incarichi e ruoli locali, giornalista apprezzato dal Partito Socialista italiano dell’epoca di Pietro Nenni. Si sposa con Elena da cui ha i figli: Marco e Giovanna. Di loro Guido scrive in un libro di ricordi: “ …ambedue partiti da Trieste, ambedue con scelte professionali lontane dalle mie… Marco so che opera per la tutela dell’ambiente e contro gli inquinamenti. Giovanna, prima di approdare alla Rai – attraverso Samarcanda e Santoro (tutti invece pensano che sia stato un mio “intrigo”) per anni ha lavorato, con contratti della Provincia di Trieste, a tempo determinato, con giovani handicappati. Ambedue con scelte politiche altrettanto lontane dalle mie … ambedue con scelte esistenziali perlomeno diverse da quelle tradizionali da me adottate (Giovanna “ragazza madre”, per libera scelta, e Marco “allergico” ai legami matrimoniali).”

Giovanna, bambina, vedendo il padre chino sulla macchina per scrivere, gliene ha chiesto una tutta per sé su cui ha scritto alcune interviste alle amiche e al preside del liceo classico ove si è diplomata.













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