trasporti

Gli autisti in rivolta: «I nostri pullman sono un pericolo»

I dipendenti Taxibus denunciano disservizi su molte linee: «Su quei mezzi non metteremmo i nostri figli»


di Luca Pianesi


TRENTO. «Sui pullman che usiamo per trasportare i bambini degli altri noi non ci facciamo salire i nostri figli, è troppo pericoloso». E’ questa una delle scioccanti dichiarazione rilasciate al Trentino da un buon numero di autisti della ditta Taxibus (più della metà dei dipendenti) giunti in massa, negli scorsi giorni, presso la sede del nostro giornale per denunciare il pietoso stato dei veicoli che sono costretti a guidare per servizi essenziali (pagati dalla Provincia) come lo scuolabus e il trasporto disabili. E poi c’è il pessimo, a dir loro, trattamento personale riservatogli in azienda.

«Un trattamento – spiegano - che tra minacce, pressioni e licenziamenti “a voce” si concretizza anche nel mancato pagamento, da giugno, degli stipendi per molti di noi. Sono quindi saltate le quattordicesime e le ferie vengono imposte con nemmeno un giorno di preavviso. Cose devastanti. Molti di noi hanno sulle spalle delle famiglie monoreddito, in alcuni casi anche con figli disabili. I risparmi non esistono più e il salto di uno stipendio finisce per metterci in ginocchio».

E poi ci sono i guasti ai mezzi. Disservizi che avevamo documentato con una serie di inchieste anche sul Trentino (si veda, tra gli altri, l'articolo del 24 settembre 2013, “Pullman troppo pericoloso sospeso dalla circolazione”) ma che oggi vengono fatti emergere direttamente dagli autisti che, esasperati, hanno deciso di stilare una sorta di black list dei loro veicoli (si veda la tabella). E così si scopre che i bambini delle elementari di Povo che, prima della fine della scuola, scendevano dal Cimirlo molte volte finivano per viaggiare su un pulmino praticamente senza freno a mano che loro stessi chiamavano, ironicamente, «il pulmino di cartone» e che il mezzo che collega le Rsa di Trento è senza luci interne e non riesce a viaggiare dritto. Mezzi che ogni giorno trasportano bambini a scuola, anziani nelle case di riposo, cittadini su tratte di linee non coperte da Trentino trasporti. E lo fanno con soldi pubblici: Taxibus, infatti, è una delle tante imprese di noleggio con conducente che fanno parte del Consorzio trentino autonoleggiatori (Cta) che riceve gran parte delle sue commesse direttamente dall’ente pubblico. E anche per questo i dipendenti non capiscono come possa un’azienda che riceve denaro pubblico, e non perde commesse, arrivare a fine mese senza i soldi per pagare i suoi autisti. «Non capiamo dove vadano a finire quelle risorse – dichiarano i dipendenti - anche perché nessuno di noi ha mai assistito ad investimenti interni. Anzi, i pullman sono sempre più vecchi e scassati e in azienda non abbiamo nemmeno la carta igienica nei bagni».

E per passare la revisione? «Si montano i pezzi “buoni” degli altri pullman su quello che deve andare alla motorizzazione - racconta uno degli autisti - e i controlli si superano. In rimessa, poi, abbiamo dei veicoli inservibili che vengono “cannibalizzati” e usati come cambia pezzi». Una sorta di demolizione fai da te dei pullman (che dovrebbero, invece essere affidati a dei centri demolizione autorizzati) in uso anche presso altre aziende del Cta: una su tutte la gemella Cea Star del fratello di Marco Peterlini, Andrea, che in un parcheggio privato di Padergnone tiene, da almeno un anno, “abbandonato” all’aria aperta e a contatto con piante e vegetazione la carcassa di un vecchio pullman di Trentino trasporti. Un “cadavere” senza targhe buono solo come deposito e cambio pezzi.













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