covid19

Fra gli anziani in coda a Trento Fiere: “la paura è per il virus, non per il vaccino

Il racconto di Claudio che ha portato la parente 89enne all’appuntamento: tanta professionalità e umanità



TRENTO. Nonostante il sole questa mattina (giovedì 18 marzo) l’aria era piuttosto fredda a Trento. Ma ugualmente alle 9, orario di apertura degli stand, erano in tanti in fila ad attendere il proprio turno per avere il vaccino contro il Covid19 all’ex Trento Expo.

“C’è chi era arrivato alle 8, in grande anticipo” ci racconta un nostro lettore, Claudio, che era in fila assieme alla parente di 89 anni. E come lei anche i tanti anziani in attesa erano assieme a figli e nipoti. I loro accompagnatori in questa uscita che per molti era la prima da mesi.

Paura? “Quella c’è – spiega Claudio – ma è la paura per il virus non per il vaccino verso il quale invece l’atteggiamento di tante persone che ho incontrato è di fiducia”. E l’attesa? “C’è stato qualche momento di nervosismo, ma forse era a causa dell’attesa al freddo. Per il resto noi siamo entrati solo con una decina di minuti di ritardo. E quello ci sta, non fa la differenza”.

Ma nel racconto di Claudio c’è soprattutto l’emozione per questo passo (il vaccino) che viene visto dai tanti in coda come un passaggio cruciale e positivo. Come una speranza. E la vaccinazione è stata anche un “scusa” per diversi anziani per rimettere in naso fuori casa dopo mesi.

E nell’attesa – con gli uomini della Protezione Civile che vigilano sul mantenimento delle distanze – si scambiano qualche parole, si confrontano. C’è chi fa l’elenco dei conoscenti che si sono ammalati, si parla di come si sono trascorsi questi mesi. E ci si sente un po’ “importanti” perché si è a metà (per chi era alla prima dose) di un percorso che li fa sentire più protetti.

E la vaccinazione come funziona? “Prima c’è la misurazione della febbre e la sanificazione delle mani. I sanitari all’accettazione parlano con gli anziano e con i loro accompagnatori. Sembra una cosa da nulla ma sa di normalità. E quelle parole hanno la capacità di tranquillizzare”.

E il percorso prosegue. “C’è l’iniezione in uno dei 10 box che sono stati allestiti e poi un quarto d’ora di attesa nella sala espositiva prima di tornare a casa. Ad ognuno hanno dato i consigli sul post vaccino. Tutto con calma e così nessuno degli anziani si è sentito semplicemente un numero. Questo è un aspetto da sottolineare: tutto il personale è stato molto professionale e umano”.

I tempi? “Il nostro appuntamento era alle 9.30 e alle 10.02 eravamo sulla strada di casa”. M.D.













Scuola & Ricerca

In primo piano