Farmaci, arriva la «stretta» per le Rsa 

Il Trentino è virtuoso, ma viene chiesta una svolta alle case di riposo: «Usatene meno». Confermato il primato sui generici


di Andrea Selva


TRENTO. Consumiamo meno farmaci pro capite rispetto al resto d’Italia e utilizziamo anche una maggior percentuale di farmaci generici, che consentono un contenimento della spesa. I costi sono in diminuzione (anche grazie alla scadenza di numerosi brevetti) ma alla Provincia e all’Azienda sanitaria di Trento il primato non basta: l’ultimo fronte riguarda le Rsa distribuite sul territorio provinciale, con la richiesta della giunta provinciale di “valutare sempre la possibilità di intervenire con strumenti non farmacologici per migliorare il benessere della persona”. Insomma: meno farmaci, anche perché i pazienti più anziani, che spesso assumono “cocktail di farmaci” per diverse patologie, sono anche i più esposti alle reazioni avverse.

La situazione è piuttosto eterogenea con Rsa che somministrano ai propri ospiti quantità doppie di farmaci rispetto alle case di riposo più virtuose: ai due estremi la Solatrix di Rovereto (dove vengono prescritte le quantità maggiori) e la Rsa di Avio (la più virtuosa dal punto di vista della quantità e anche dei miglioramenti). La richiesta - per tutti - è di raggiungere una maggiore appropriatezza. Una richiesta - come si vede dalla tabella che pubblichiamo qui a lato - accolta da molte Rsa (la media provinciale indica un calo del 3%) ma con troppe eccezioni. Anche perché con l’aumento (ampiamente previsto e prevedibile) della popolazione anziana, gli abusi rischiano di mettere a rischio la solidità economica del sistema di assistenza alla terza età.

Ma come si spiega il primato trentino sul fronte dei farmaci? Secondo Riccardo Roni - responsabile del servizio farmaceutico dell’azienda sanitaria - i fattori in gioco sono più d’uno: «In Trentino c’è uno stile di vita più salutare, con meno abusi e meno obesità. E poi c’è anche un aspetto socio-culturale: se c’è una rete di assistenza che funziona non è necessario arrivare a quella che è l’ultima soluzione, cioè la prescrizione di una pillola». Roni - che con i propri collaboratori ha pubblicato l’ultimo rapporto sull’uso dei farmaci in Trentino - mette anche in evidenza che nel corso degli anni non è aumentato il carico economico dei farmaci sui pazienti.

Nel corso della vita consumano più farmaci le donne (in particolare gli analgesici e gli anti-depressivi) ma la fascia che consuma più farmaci in assoluto è quella dei maschi oltre i 75 anni.

Buone notizie sul fronte degli antibiotici, considerato un buon indicatore dell’appropriatezza dell’uso dei farmaci: in Trentino ne vengono usati il 20 per cento in meno rispetto al resto d’Italia con una diminuzione del 5% tra il 2015 e il 2016.













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