Fa fuoripista di notte, tragedia sfiorata
Campiglio, scialpinista di Carisolo si perde sulla pista Amazzonia e rischia di finire contro il verricello del gatto delle nevi
CAMPIGLIO. Gabriele Maestri è ancora sotto shock per le urla dell’operatore del gatto delle nevi che venerdì sera lo ha sorpreso mentre scendeva dalla pista Amazzonia, nell’area sciistica di Pradalago a Madonna di Campiglio.
Erano passate le 21 ed il mezzo battipista si accingeva, come di consueto, alla battitura della pista con il supporto del verricello (un cordino d’acciaio legato ad un albero che impedisce al gatto in manovra di scivolare verso valle). Ad un tratto l’operatore vede uno scialpinista scendere sul pendio della pista “nera”. In un battibaleno il pensiero va al cavo del verricello che si tende e a ciò che potrebbe accadere. Per uno sciatore in discesa di notte infatti è impossibile vedere un cavo di tre centimetri di diametro.
Allora ferma il mezzo ed esce sbraitando contro Gabriele, che nel frattempo si era spostato a bordo pista. Il gattista lo raggiunge strepitando e rammentando allo scialpinista quale pericolo stesse correndo. Il povero Gabriele cerca di spiegare che si era perso, che non aveva notato i divieti e che era salito dalla Pradalago facile e poi affrontando la discesa aveva sbagliato strada e si era perso tra i vari incroci delle piste.
«Mi scuso – tentava di spiegare Maestri spaventato dalla veemenza del gattista – ho il frontalino che non funziona bene, non sapevo…». L’operatore però chiede le generalità, rammentandogli che il fatto potrebbe costargli una denuncia, i cartelli luminosi infatti avvertono del divieto. «Guardi, non faccio il furbo, vado a sciare ogni tanto – prosegue fornendo le proprie generalità - sono di Carisolo, mi chiamo Maestri». Il giorno dopo a Gabriele arriva anche la chiamata del maresciallo dei carabinieri di Campiglio Cristian Leonardi, che lo avverte della denuncia. Uno scambio di informazioni con il direttore degli impianti Francesco Bosco chiarisce la posizione di Maestri, che non è fuggito, come spesso fanno gli scialpinisti, i quali conoscono bene divieti e sistematicamente li aggirano. Il cinquantunenne di Carisolo al contrario si era perso, ma il pericolo che ha corso lo ha compreso eccome, non solo per la denuncia, ma di finire a tutta velocità contro il cavo d’acciaio rischiando la vita. «A questo punto vorrei lanciare un appello – dichiara - visto che quando sono salito io ce n’era una trentina di scialpinisti sulla facile di Pradalago: non rischiate solo per andare a cena con gli sci. Non ne vale la pena, la disgrazia io l’ho vista dritta in faccia e non è un bel vedere!».
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