EMERGENZA PROFUGHI Dellai: "L'Europa non aiuta l'Italia, ma niente allarmi. Il Trentino farà la sua parte"
"Vedo un deficit di sensibilità, la mancanza di coraggio di assumere posizioni chiare, che rischiano di erodere i legami sociali, facendo sentire i cittadini soli. Qui arriveranno solo profughi, non clandestini"
TRENTO. ''L'Europa non ci sostiene. Non sta facendo quanto potrebbe fare per aiutare l'Italia in questa situazione di emergenza". Lorenzo Dellai, presidente della provincia di Trento, ha così commentato lo scenario europeo in merito all'imminente emergenza umanitaria in Italia per via dei migranti e profughi provenienti dal Nord Africa.
Per il Governatore del Trentino "l'Europa ha la responsabilità morale di non aver previsto quanto sta succedendo e non aver sostenuto in passato i progetti di cooperazione per lo sviluppo. Oggi, di fronte alla destabilizzazione di paesi del Nord Africa che fungevano da barriera per l'Occidente, dato reale anche anche cinico - ha concluso Dellai -, ci troviamo impreparati davanti a un'emergenza. Vedo un deficit di sensibilità, la mancanza di coraggio di assumere posizioni chiare, che rischiano di erodere i legami sociali, facendo sentire i cittadini soli''.
"Dobbiamo evitare di alimentare _ ha aggiunto Dellai _ un clima di allarme e di paura rispetto ai probabili arrivi in Trentino di profughi dal Nord Africa. Ci tengo a ribadire che in Trentino, come in Alto Adige, arriveranno solo coloro che hanno lo status di profugo, così come stabilito da direttive europee. I Tunisini - ha proseguito Dellai - sono in parte irregolari e all'incirca 23.000 già presenti in Italia, mentre i rifugiati e i profughi, molti dall'Eritrea e dalla Somalia, sono 2.500".
Il presidente ha poi dichiarato che il piano operativo di accoglienza, concertato tra la Provincia, le comunità di valle, i comuni di Trento e Rovereto, il consiglio delle autonomie e il commissario del Governo, si farà dopo la visita di lunedì in Tunisia del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Interni e il conseguente incontro governo- regioni di martedì 5 aprile a Roma, alla cui partecipazione ha dato delega all'assessore Lia Giovanazzi Beltrami.
"In Trentino non possono arrivare gli immigrati irregolari - ha aggiunto - perché non ci sono in Provincia strutture stabili di accoglienza, come i Cie (Centri identificazione ed espulsione), in genere ex caserme militari, che fanno capo allo Stato in quanto funzionali al mantenimento dell'ordine pubblico.
"Da noi sarà possibile accogliere solo in via temporanea un tetto massimo di 450 persone, che non arriveranno tutte insieme, ma in gruppi di 20 alla volta e non saranno convogliate tutte a Marco di Rovereto, ma nelle diverse aree dove esistono già alloggi di accoglienza sociale. Per loro si penserà anche ad un programma di misure per l'inserimento, come farà anche l'Alto Adige. Ma tutto questo sarà più chiaro e definitivo dopo l'incontro di martedì".
''Quello che mi preoccupa _ ha detto ancora Dellai _ è il clima di incertezza e di sfilacciamento istituzionale che ho percepito anche ieri a Roma. Devo peraltro riconoscere che è oggettivamente difficile per il governo capire quale sia la strada migliore per regolare l'afflusso di migranti dal Nord Africa".
"Esistono anche situazioni di grande contrasto che richiesto il buon senso e buona volontà di tutti" ha proseguito Dellai, ricordando lo scambio di battute tra il sindaco di Padova e il ministro Maroni, quando Zanonato ha detto di essere pronto a collaborare con il governo ma al tempo stesso di trovarsi in grande difficoltà nel vedere la città tappezzata di manifesti della Lega contrari all'arrivo dei profughi.
"Al di là delle battute è vero che esiste incertezza e difficoltà di identificazione di chi arriverà in Italia - ha detto Dellai -. Ad esempio in Tunisia c'è scarso controllo sull'identità di chi lascia il paese, e ora la Tunisia si trova in una situazione di normalità. Non sappiamo in molti casi da dove provengono i migranti che arrivano da questo paese. In Trentino dobbiamo dar prova di serietà e di capacità di programmare - ha proseguito Dellai -: per noi non è la prima volta che diamo sostegno alle azioni umanitarie: è già avvenuto con il Kossovo e l'Ex Yugoslavia".