Due casi di tbc tra i profughi di Marco
Dopo gli accertamenti il ricovero in ospedale degli immigrati. L’assessore provinciale rassicura: nessun contagio
ROVERTO. Due casi di turbercolosi sono stati registrati negli ultimi tempi tra i profughi ospitati nel centro di accoglienza di Marco e ricoverati poi all’ospedale di Rovereto. «Malattie ormai debellate da anni stanno ritornando a causa dello sbarco continuo e incontrollato di profughi sulle nostre coste» ha denunciato il consigliere provinciale della Lega Nord Maurizio Fugatti nella sua interrogazione per chiedere alla Provincia quali controlli vengono effettuati per evitare contagi. «In questi anni la Lega Nord ha denunciato più volte casi di tubercolosi riscontrati tra immigrati che rischiano di contagiare la popolazione trentina, ad esempio in una scuola elementare di Cles, al liceo Rosmini di Trento o il caso di un poliziotto delle carceri di Spini ricoverato per sospetta tbc» fa sapere Fugatti.
«Nessun pericolo di contagio: in Trentino ci sono una trentina di casi all’anno nella popolazione generale e la tubercolosi è una malattia che si cura» replica l’assessore provinciale Luca Zeni confermando i due casi uno di tre settimane fa e uno di pochi giorni. «Tutto sommato è normale che ci siano uno o due casi tra le persone che arrivano da quei Paesi dove noi magari andiamo in vacanza...» tranquillizza Silvio Fedrigotti, responsabile del dipartimento salute e solidarietà sociale della Provincia. «Non ci sono né rischi epidemici né di contagio - aggiunge - anche da parte di chi è venuto in contatto con le persone che presentano i sintomi della malattia. Per prendere la tbc bisogna essere in uno stato di particolare immunologico o vere rapporti stretti. D’altro canto chi va in giro per il mondo in zone dove è presente la malattia non è che si contagi...»
Silvio Fedrigotti spiega i controlli che vengono effettuati sulle persone che arrivano sulle nostre coste: «C’è un primo controllo medico nel momento dello sbarco, poi quando arrivano da noi ulteriori controlli, quindi personale permanente della Cri (sia fisso che volontario) è sempre presente al campo di Marco per mandare ad un controllo più approfondito appena si presenta qualche sintomatologia. Inoltre aggiungiamo i medici di medicina di base e quelli dell’Azienda sanitaria... possiamo dire che la situazione è sotto controllo». Che non ci siano pericoli di contagio, lo ribadisce il dirigente della Provincia: «La tbc è come una boncopolmonite virale, non è la meningite. Ma no, non ci sono misure di prevenzione di precauzione da prendere: cosa dovremo fare? le radiografie a tutti appena arrivano? No, questa non è una misura che si giustifica».
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