De Laurentis sfida Mosna e Grisenti: «Sono la continuità»
Oggi la presentazione del “manifesto” di Rete Imprese «Ridurre l’apparato. E costi come la protonterapia»
TRENTO. Roberto De Laurentis dice di non avere nessuna intenzione di andare in vacanza. «Non lo faccio mai: sono uno stakanovista e al ritorno ho paura di non ritrovare più la scrivania, sia dell’associazione che dell'azienda», ride. Oggi è il giorno in cui il presidente degli artigiani presenterà il manifesto di Rete Imprese Italia («solo proposte: non siamo né un partito né un movimento», puntualizza), assieme ai partner Gianni Bort dell'Unione e Loris Lombardini di Confesercenti. Una sorta di piattaforma programmatica, da sottoporre alle forze politiche: se si coagulerà attorno ad esse la necessaria massa critica bene, altrimenti il trio si sentirà libero di intraprendere una strada propria. «Sto esaminando i bilanci dell'associazione - spiega a metà pomeriggio De Laurentis - e le previsioni per 2013 e 2014. Non va male per quest'anno: si sta in piedi; il prossimo sarà difficile, perché la coda autunnale sbatterà a lungo...».
De Laurentis, oggi presentate la vostra idea per il Trentino: oltre che sull'attenzione per le piccole e medie imprese, su cosa si concentrerà il vostro sforzo di proposta?
Noi riteniamo di doverci esprimere su tutto: prima che imprenditori siamo cittadini. Poi pagando le tasse siamo noi che sosteniamo la baracca, questa è la verità. Siamo noi che produciamo Pil e sosteniamo le spese del pubblico. Non fai welfare senza le imprese, non paghi tutti i servizi, dalla scuola all'istruzione. Ecco perché rivendichiamo con forza di poter dire la nostra su ogni materia. A differenza di qualche categoria che i soldi li prende e non crea posti i lavoro, anzi e li perde.
A chi si riferisce?
Non mi faccia fare polemica con Confindustria...
Lo scenario di centro-destra che si sta delineando come lo vede? Mosna ha detto che “non considera perso” De Laurentis ed è pronto a lavorare con voi.
Per perdere qualcosa bisogna averlo e io non credo di essere mai stato legato a Progetto Trentino.
Prendiamo nota. Scherzi a parte...
La porta è aperta. Con Mosna ho anche chiacchierato: il problema non è esserci o non esserci. Il problema vero è: c'è veramente un progetto per il Trentino o è solo l'ennesimo rituale che si ripete, la solita corsa a tenere le posizioni e la continuità? Che poi non so cosa voglia dire davvero questa parola. Immagina una dieta in cui uno riesce a dimagrire ingrassando?
Certo che non le mancano le parabole...
Sarà che non mi prendo troppo sul serio, a differenza di qualcuno. Non ho neanche la forza dei baffi. Solo una barbetta limitata.
Quanto peseranno le parole di Grisenti, che ha detto di non considerarla un “condottiero” ma l'ha invitata a lavorare in mezzo alla gente come dice di fare lui?
In questi casi rispondo che non posso parlare perché sono al matrimonio di mia madre... Non mi interessano le polemiche con nessuno. Lo sa la gente cosa vuol dire starci in mezzo, perché tutti mi vedono.
Anche Sergio Divina della Lega si dichiara aperto a collaborazioni: non fa differenza il nome del leader, purché si sia disponibili ad allargare la coalizione “senza essere schizzinosi”.
A mia moglie non ho mai voluto chiedere cosa ha fatto prima di me, uno per non spaventarmi, ma anche perché è lì che inizia il percorso insieme. Credo che dobbiamo smetterla di fare le analisi del sangue agli altri. Una cosa che non mi piace è proprio dare le pagelle.
Lei ha affermato in una recente intervista al “Trentino” che nessuno nei vari schieramenti mostra di avere a cuore i problemi dei cittadini. Eppure tutti dicono così. Cosa significa oggi essere il “partito della gente”, senza fare del populismo?
Essere il partito della gente è una sciocchezza. Oggi devi essere semplicemente parte di un gruppo di persone capaci, che amano la comunità e che si mettono in mente di guidarla, per far passare questo Trentino appesantito dall'enormità delle proprie risorse ad un regime di risparmio. É finito il tempo dei contributi inesauribili. Quello che voglio dire è che o cominciamo la dieta adesso o ci troveremo obesi tra qualche anno, quando le condizioni saranno completamente diverse. Solo con la fame si esce dai momenti di grande difficoltà.
Dicendo queste cose non ha paura di perdere voti?
Se uno non ha il coraggio delle proprie parole cosa ci sarebbe di diverso tra lui e gli altri? Credo che vada ridimensionata la macchina pubblica, perché oggi consuma troppo. Non possiamo permetterci questi consumi.
Lei vuole parlare di tutto, non solo di impresa. Può farci qualche esempio concreto di interventi?
Parliamo di sanità: la protonterapia chi la paga? L’obiettivo principale è di contenere gli sprechi.
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