l'incidente

Davide Da Villa travolto da un’auto pirata

Lo sciatore della nazionale C si stava allenando lungo la strada che porta al lago di Lavarone



LAVARONE. Stava correndo a bordo strada, per una sessione di allenamento nei pressi di casa, quando ha sentito il rumore di un’auto che gli pareva troppo vicina. D’istinto si è girato ma non ha avuto il tempo di vedere nulla. Ha sentito una botta ed è rotolato nella scarpata a fianco per una decina di metri. Per fortuna il prato ha attuttito l’urto, ma il ventenne Davide De Villa di Lavarone, sciatore della nazionale C, si è ritrovato dolorante a terra e non riusciva a muoversi per il dolore. Con sé aveva il cellulare, un caso fortuito perché di solito non se lo porta quando va a correre. In questo caso è stato fondamentale, perché con quel telefono ha avvisato il padre Francesco, che è partito subito in macchina dall’albergo di famiglia, l’Hotel Da Villa di Lavarone Chiesa, alla ricerca del figlio.

«Sono passato su quel tratto di strada, tra il tornante di Prà di Sopra e l’Incassero, una prima volta e una seconda, ma senza vederlo - racconta Francesco Da Villa - poi ho scorto sul ciglio della strada i suoi occhiali e le scarpe. Mi sono affacciato sulla scarpata e l’ho visto lì sotto». Il pendio non era impervio, ma Davide non ce la faceva a rialzarsi, così il padre ha chiamato l’elisoccorso e nell’arco di pochi minuti il velivolo è atterrato nei pressi. Il giovane atleta della nazionale C muoveva gli arti ma accusava un forte dolore a un fianco e i sanitari hanno preferito assicurarlo alla barella spinale prima di muoverlo. Poi con tutte le cautele del caso Davide Da Villa è stato caricato sull’elicotterio, che è subito ripartito alla volta dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove era atteso dai medici del pronto soccorso. Si temeva che l’atleta lavaronese avesse subìto la frattura del bacino, così lo hanno sottoposto a verifiche diagnostiche, e l’esito è stato confortante.

«Il risultato della Tac - spiega il padre Francesco -è negativo, dunque sono escluse lesioni, eccettuate l contusioni tutto sommato modeste e un lieve trauma cranico. È andata bene». Di quegli attimi, Davde Da Villa non ricorda nulla, nemmeno di aver chiamato in soccorso suo padre. Figurarsi se può ricordare lìauto che lo ha colpito. L’unica certezza è che quella macchina è sparita, senza nemmeno preoccuparsi del danno che aveva provocato. Un’omissione di soccorso che con tutta probabilità rimarrà impunita.

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