Dalla Diocesi 800 mila euro per le persone in difficoltà
Sono stati raccolti dal 2012 ad oggi e servono a dare «ossigeno» a chi ha perso il lavoro e deve sostenere spese urgenti. Obiettivo risolvere i problemi alla fonte
TRENTO. Oltre mezzo milione di euro su Rovereto (dal febbraio 2012 a oggi) e oltre 291 mila euro (dal 2014 a oggi) su Trento: sono le cifre dei Fondi Straordinari di Solidarietà raccolti dai Decanati della Diocesi delle due città, destinati a famiglie e persone in difficoltà, per perdita del lavoro, la diffusa ludopatia e anche per la preoccupante emergenza dell’incapacità di gestire un bilancio familiare. Ieri mattina sono stati presentati a Trento nella sede di via don Bosco, numeri e iniziative, in presenza dei coordinatori dei due fondi, Graziano Manica (Rovereto) e Tommaso Sussarellu (Trento) e dei due decani, don Sergio Nicolli, (Rovereto) e don Claudio Ferrari, (Trento attivo anche su Povo, Mattarello, Aldeno, Garniga, Cimone). Era partita per prima Rovereto, seguita da Trento. L’esperienza più lunga di Rovereto ha portato il Decanato ad affiancare un servizio di accompagnamento al mero aiuto economico, per risolvere i problemi alla fonte, ad esempio insegnando a gestire debiti e pendenze, e anche - va detto – a non sperperare in spese futili ed evitabili. «Lo scopo è che le famiglie e le persone non tornino da noi l’anno dopo per chiedere aiuto. Se non funziona attiviamo altri canali su piani più complessi, collaborando con i Servizi Sociali o con il Serd» ha spiegato Sussarellu.
L’accesso ai Fondi, la cui attività è disciplinata da un regolamento di gestione, avviene attraverso domande raccolte dai Punti di Ascolto Parrocchiali e dai Centri di ascolto Caritas o dalle conferenze di San Vincenzo. L’erogazione è deliberata da un comitato di gestione secondo alcuni criteri: essere residenti o domiciliati da un anno nel territorio dei decanati; trovarsi in condizioni di oggettiva e temporanea difficoltà economica con priorità a chi ha perso il lavoro, non solo dipendente, negli ultimi 36 mesi ed esaurita la possibilità di accesso agli ammortizzatori sociali. Un altro criterio prevede che le difficoltà economiche siano per spese urgenti o fondamentali (affitti, bollette, spese mediche, istruzione, ecc.); i richiedenti devono fornire un estratto conto degli ultimi sei mesi e in ogni caso presentare un proprio bilancio familiare. Il contributo a fondo perduto può essere concesso, una sola volta per anno, nella misura massima di mille euro e correlato, ove possibile, ad altre forme di sostegno economico dei PAP, dei CedAS e della San Vincenzo. In situazioni eccezionali e straordinarie il contributo può essere superiore. «In ogni caso – hanno ricordato i decani - il contributo è sempre erogato in forma indiretta, assumendosi direttamente il Fondo le spese per le quali è stato richiesto, mai in forma di erogazione diretta al richiedente.»
Da dove arrivano i fondi? Da privati cittadini, Caritas, enti e associazioni del territorio ma anche da specifiche raccolte effettuate nelle parrocchie. A Rovereto sono state accolte 648 pratiche, a Trento 303. Sono stati erogati contributi per 479.500 euro a Rovereto e 211.00 a Trento. I soldi servono per pagare affitti, canoni Itea, bollette, spese condominiali e sanitarie.
Il Fondo di Rovereto contribuisce al progetto diocesano “Ridare speranza” per il reinserimento lavorativo ed ha sostenuto anche l’avviamento di 9 pratiche nell’ambito del credito solidale, oltre all’accompagnamento nella gestione del bilancio familiare in casi di pesanti situazioni debitorie.