LA LOTTA AL VIRUS

Covid, la Caritas “sospende” i volontari ultrasettantenni 

Nei giorni scorsi è stata inviata una circolare che chiede ai più anziani di astenersi dal prestare la propria opera per ragioni legate all’epidemia. Il direttore Martinelli: «Per molti di loro è stata una botta emotiva, ma ci sono dei rischi»


Valentina Leone


TRENTO. La scelta non è stata presa a cuor leggero ma, vista la particolare situazione sanitaria, si è resa necessaria. In questi giorni la Caritas trentina ha inviato ai suoi volontari over 70 una circolare nella quale si chiede di sospendere la propria attività con l’associazione. La decisione è dettata in primis dal buon senso, visti i rischi ai quali sono maggiormente esposti gli anziani, sia dalle ultime linee guida della Provincia, nelle quali vi è una forte raccomandazione nei riguardi di una certa fascia di popolazione più fragile ad evitare contatti superflui o comunque con persone giovani.

«Posso capire cosa può voler dire, per una persona che ha dedicato tanta parte della sua vita all’impegno per gli altri, sentirsi dire che è il momento di fermarsi e non faccio fatica a pensare che qualcuno sia rimasto ferito», spiega il direttore della Caritas diocesana Alessandro Martinelli.

«So benissimo che per tanti settantenni, e anche ultra-ottantenni direi, è una botta emotiva. Ma abbiamo bisogno di mantenere un equilibrio tra le diverse direttive e abbiamo dovuto porre attenzione necessariamente sul rischio che poteva comportare far proseguire alcuni volontari con le attività: il nostro è un volontariato non dietro a una scrivania o al telefono, ma ci si sporca le mani, si ha a che fare quotidianamente con le persone, faccia a faccia. Per noi in questo momento immaginare dei servizi senza una relazione diventa difficile: ascoltare una persona dietro a un vetro o a una linea telefonica non è la stessa cosa. Per contro non potevamo trascurare attenzione e cautela nei riguardi di chi potrebbe essere più esposto».

Per la Caritas le conseguenze di questa scelta sono piuttosto impattanti: un’ampia fetta di volontari rientra proprio nella fascia di età che in questo momento dovrà fare un passo indietro. E se su Trento e Rovereto diventa un po’ più facile, grazie anche al lavoro di rete, reperire qualche forza un po’ più giovane, nelle valli le possibilità sono decisamente più limitate.

«Vorrei sottolineare - prosegue Martinelli - che il campo del volontariato in Caritas è da sempre aperto a tutti, certamente per una serie di circostanze la persona pensionata ad esempio ha molto più tempo per questo tipo di attività, allo stesso tempo abbiamo presenze giovani, di età diverse, che in questo momento ci stanno aiutando. Proprio in questi giorni stiamo cercando di attivare una collaborazione con altri uffici della diocesi per dare la possibilità ad altri giovani di aiutarci: le domande di aiuto non è che calino, i bisogni rimangono e anzi direi che in questa fase aumentano, quindi dobbiamo comunque far fronte a un’emergenza quotidiana, tenendo anche conto che chiunque subentri deve essere formato».













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