LEDRO

Colata di cemento sui sentieri della Sat

Le proteste di un istruttore Cai per l’ intervento sul percorso sopra Biacesa



LEDRO. Doveva essere un intervento di consolidamento del terreno utilizzando le piastre della zona e una quantità limitata di cemento. Come sia andata lo spiegherà chi di dovere, ma il risultato finale è una colata di cemento in mezzo al verde. Di fatto, una strada che ricalca i sentieri 460 e 417 che da Biacesa portano alla chiesetta di San Giovanni e al bivacco Arcioni, struttura gestita dall'associazione Pro Loco Biacesa.

A scagliarsi per primo contro l'intervento è stato Andrea Farneti, istruttore di arrampicata del Cai, origini ravennate ma da tre anni trasferito (proprio per amore della montagna) ad Arco. Farneti non capisce l'utilità dell'opera («Per portare su 4 panini e una damigiana di vino per 10 persone che passano ogni tanto da li?», si chiede ironicamente) e non capisce come sia possibile che l'amministrazione di Ledro ma anche le autorità competenti abbiano permesso una cosa del genere: «Continuate pure a cementare tutto in queste valli, per portare sempre più gente in alto, poi non sanno fare a scendere o addirittura gli create la possibilità di farsi del male, poi magari fra qualche anno avremo una nuova Genova anche qui».

Ettore Luraschi, presidente della Sat della valle di Ledro, ammette di non aver ancora visto i risultati dell'intervento. Di certo c'è che non era prevista una colata di cemento: «Noi abbiamo chiesto conto del progetto, nato a servizio del bivacco e di chi si reca nei boschi a fare legna, sin dalle fasi iniziali. Il progetto (la cui prima stesura per altro è stata bocciata dalla Commissione edilizia) prevedeva il consolidamento di alcuni tratti di terreno con l'utilizzo di alcune piastre e una minima quantità di cemento, non certo una colata. Faremo un sopralluogo e le nostre valutazioni. Ma, fatte queste considerazioni, cosa vuole che dica? Vogliono cementare tutto? Se ne assumeranno la responsabilità», l'amara conclusione del presidente della Sat.

Della questione si è occupata anche la Sat di Riva, che ha in gestione i sentieri: «A suo tempo abbiamo manifestato le nostre perplessità inviando anche una lettera all'amministrazione e coinvolgendo la Sat centrale – ha spiegato Galas – avevamo anche proposto di abbandonare definitivamente il sentiero e di crearne uno nuovo».

(g.f.p.)













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