Clima, l’invasione degli studenti

Trento. Per le forze dell’ordine, generalmente molto prudenti, ieri mattina a chiedere interventi contro il riscaldamento globale sono scesi in piazza 5 mila studenti. Qualcuno tra gli organizzatori...


Andrea Selva


Trento. Per le forze dell’ordine, generalmente molto prudenti, ieri mattina a chiedere interventi contro il riscaldamento globale sono scesi in piazza 5 mila studenti. Qualcuno tra gli organizzatori si è spinto a contarne 6-7 mila, i più entusiasti l’hanno buttata là: «Sono 10 mila». Numeri a parte, una cosa è certa: da decenni a Trento non si vedeva tanta partecipazione da parte del mondo studentesco. L’ex preside del liceo scientifico Da Vinci, Alberto Tomasi, ricorda quando alla fine degli anni Sessanta i ragazzi protestavano contro la guerra in Vietnam: «È da allora che non vedo tanta partecipazione». Per il professor Alessandro Genovese bisogna andare agli anni Novanta, quando ancora le piazze virtuali non c’erano e gli studenti utilizzavano quelle reali per dire la loro. E poi il cima pacifico, con alcuni bambini delle materne accanto ai ragazzi dell’università: questo “Friday for Future” è stato un evento pacifico, con una sola auto dei carabinieri ad aprire la strada lungo le vie della città, dove nemmeno gli automobilisti più nervosi hanno perso la pazienza (fermi in coda) di fronte ai ragazzi che ricordavano agli adulti (e alla politica) che non possiamo giocarci il mondo in questo modo, visto che non ne abbiamo uno di scorta.

Un fiume umano in piena

Erano circa le 11 quando il fiume umano (a quel punto davvero in piena) è giunto in piazza Venezia e ha occupato tutte le corsie stradali dall’incrocio con via dei Ventuno fino al Palazzo di Giustizia. E dire che qualche settimana fa, quando gli organizzatori hanno chiesto il via libera alla questura per manifestare contro il riscaldamento globale, sul foglio da compilare, ncl campo dove bisogna indicare il “numero dei partecipanti” avevano scritto... 200.

Nessun disordine

Non ci sono stati disordini. Solo qualche attimo di paura quando in piazza Fiera molti ragazzi sono saliti sui gazebo, con il rischio che le strutture crollassero e si diffondesse il panico. Ma sono subito scesi quando il corteo è ripartito. C’erano una marea di cartelli (nessuno politico), compresi quelli disinibiti di alcune ragazze che si sono giocate la chiave del sesso per attirare l’attenzione sul clima. E poi c’era una versione di Donald Trump (sui trampoli) a giocare con la morte, metafora di un mondo che sta scherzando sul fuoco. Tra i politici si sono visti Ugo Rossi, Sara Ferrari e Paolo Ghezzi mentre durante la conferenza stampa della giunta provinciale il vice presidente Mario Tonina ha detto che questi ragazzi meritano risposte.

«La politica ora li ascolti»

Lo pensa anche l’ex preside Tomasi: «Tanta partecipazione spontanea è un’occasione che non deve essere sprecata, la politica e i partiti (che non sono più in grado di mobilitare tanta energia) ne prendano atto e che questa iniziativa non venga lasciata cadere così». Ma c’erano altri presidi scolastici nel corteo che ha invaso la città (ad esempio la professoressa Paola Pasqualin dell’Istituto Trento 6, proprio quello della canzone L’Altalena) in questa “strana” manifestazione che alcuni studenti hanno chiamato “sciopero” per ritrovarsi poi in piazza assieme ai professori. Magari presi per mano dai propri insegnanti, come è accaduto per i ragazzi più giovani.

Il nostro futuro? Sarà green

Sofia Giunta, studentessa universitaria che si è fatta carico dell’organizzazione assieme ad altri compagni, mentre mantiene l’ordine alla testa del corteo trova il tempo per rilanciare e programmare iniziative future: «È da giornate come questa che bisogna partire, con la necessità di alzare la voce perché il problema del clima toccherà tutti. Il nostro futuro? Lo vedo positivo, green, sostenibile, come dimostra la generazione che è scesa nelle piazze con tanta partecipazione».

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