Casa Girelli, il Pd frena «Non sia aiuto alla LaVis»
Studentato, l’assessora Ferrari stoppa Rossi: «Prima valutiamo il fabbisogno di posti letto e i costi». Zeni: «La motivazione non può essere salvare la cantina»
TRENTO. Dopo lo scontro di tre mesi fa sul leaseback da 8 milioni, sul caso della cantina LaVis è ancora alta tensione tra il governatore Ugo Rossi e il Pd. Questa volta a finire nel mirino è l’«operazione Casa Girelli», un nuovo studentato per gli universitari da costruire sull’area di proprietà della cantina LaVis in viale Verona (Trentino di ieri, ndr). Il via libera alla realizzazione dello studentato è arrivato venerdì al termine di un maxi-vertice in Provincia tra il presidente Rossi, l’assessore Tiziano Mellarini, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, i vertici di Cooperazione, LaVis e Opera Universitaria.
«Vale la pena realizzare lì lo studentato perché è vicino a quello dell’Opera Universitaria di Sanbapolis e dunque è possibile sviluppare una sinergia sui servizi», ha spiegato il governatore, aggiungendo che il punto - oggi - è definire come avverrà l’acquisto, dopo che il Consorzio Lavoro Ambiente (Cla) - che nel 2012 aveva firmato un preliminare d’acquisto dell’area per 13,5 milioni - si è chiamato fuori dalla partita.
Ma a frenare sull’operazione Casa Girelli è l’assessora all’università Sara Ferrari (Pd): «Frenerei gli entusiasmi, la soluzione è di là da venire - esordisce - io sono ancora in attesa di uno studio di fattibilità e sostenibilità finanziaria. Se ieri questa operazione era legata al salvataggio della LaVis, oggi è accettabile solo se è utile alle esigenze dell’Università di Trento per quanto riguarda il fabbisogno di posti letto per gli studenti. Una cosa era il progetto del Cla, ma se oggi la prospettiva è di intervenire direttamente come Opera Universitaria, bisogna capire esattamente se la cosa sta in piedi e come eventualmente si realizza». «Io - chiarisce Ferrari - aspetto i dati per presentare alla giunta le diverse ipotesi in campo, valutando costi e benefici delle soluzioni per garantire il fabbisogno di posti letto dell’ateneo, non c’è solo lo studentato». «Abbiamo una responsabilità di bilancio pubblico - prosegue l’assessora - dobbiamo considerare dunque attentamente costi e benefici di un investimento di questa portata. Io non sono pregiudizialmente contraria, il valore aggiunto è certamente la vicinanza dell’area di Casa Girelli con lo studentato di San Bartolomeo. Ma questo non è sufficiente. La mia preoccupazione riguarda tutto il diritto allo studio, che non è fatto solo di alloggi e servizi. Tutto deve tornare, con le risorse a disposizione».
Sempre dal Pd, si leva la voce del consigliere provinciale Luca Zeni, da sempre attento alle vicende della LaVis. «La motivazione alla base della scelta di realizzare uno studentato sull’area di Casa Girelli non può essere quella di dare un aiuto alla LaVis», avverte Zeni, «perché questo sarebbe gravissimo». «La qualche preoccupazione che la ragione principale dell’operazione sia invece proprio salvare la cantina dal fallimento rimane - prosegue il consigliere - il fatto che il Consorzio Lavoro Ambiente si sia tirato indietro apre effettivamente molti punti di domanda. La discriminante sarà proprio capire se un nuovo studentato è effettivamente necessario per l’ateneo, e a quel punto il sostegno alla LaVis sarebbe un effetto indiretto. È evidente che c’è una logica di vicinanza allo studentato già esistente a Trento sud». La questione approderà presto sul tavolo del cda dell’Opera: questa volta numeri alla mano.
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