Bufera sugli assessori fassani. Zeni: «Loro parole inaccettabili»
L’assessore: «Chi ha ruoli istituzionali dovrebbe avere un surplus di responsabilità»
TRENTO. «Parole inaccettabili. In un momento storico carico di tensioni sociali, chi ha responsabilità nelle istituzioni dovrebbe avere un surplus di responsabilità e collaborare a trovare soluzioni». L’assessore alle politiche sociali Luca Zeni non fa sconti agli amministratori fassani e ai loro commenti postati su Facebook a proposito della ribellione dei migranti esplosa nel centro di accoglienza di Cona, nel veneziano.
Ricordiamoli, quei commenti. «Ieri gli immigrati di un centro a Verona si sono lamentati della poca igiene del centro, allora io stamattina mi sono alzato alle 4 x finire prima il mio lavoro e adesso parto x Verona con scopa e spazzettone, sia mai che qualcuno di loro voglia tornare nel paese d'origine. Perderemo tanta forza lavoro. Qualcuno viene con me?», ha scritto Martin Boso, assessore a cultura e sport del Comune di Campitello. «Io ci sono», gli risponde il vicesindaco di Campitello Stefano Sommavilla (che è anche marito della procuradora Elena Testor). E il rappresentante dei commercianti di Canazei Fabrizio Valeruz va oltre: «Ti seguo anch'io con la mazza, ma quella da baseball però!!!».
«Questa non è la mia val di Fassa, dove auspico crescano i miei figli», reagisce indignato Giuseppe Detomas, consigliere provinciale della Ual, «mi dissocio nel merito e nei toni, e certo fa pensare e preoccupa che a pronunciare certe frasi siano degli amministratori che hanno la responsabilità di un Comune».
Lo scorso ottobre a Soraga ignoti avevano cercato di dare fuoco alla struttura che avrebbe dovuto ospitare una ventina di profughi. «Io stesso ero scettico su una concentrazione così forte in una realtà piccola come Soraga - spiega Detomas - ma allo stato in val di Fassa non c’è ancora neanche un profugo. Mi sono riconosciuto nella reazione corale che le istituzioni hanno avuto dopo l’episodio di Soraga, sono stati messi a disposizione 5 appartamenti, la migliore risposta alle parole che abbiamo letto su Facebook sarebbe di renderli effettivi. La val di Fassa potrebbe essere un modello a livello nazionale, abbiamo 2 mila lavoratori stranieri nel turismo, significa che le opportunità di lavoro e di inserimento ci sono».
Anche l’assessore Zeni riconosce che «dopo Soraga in valle c’è stata una reazione di impegno, l’iter si è avviato e 5 appartamenti sono stati individuati e saranno presto a disposizione. Gli stessi amministratori hanno capito che accogliere 5 migranti per Comune è perfettamente sostenibile, ecco perché le parole degli assessori di Campitello oggi amareggiano ancora di più. Per evitare casi come quello veneto occorre capire che c’è un’unica strada, quella in cui tutti si fanno carico dell’accoglienza. Se tanti Comuni si chiamano fuori, com’è avvenuto, tutto diventa insostenibile».
Sul caso interviene anche il segretario del Pd trentino Italo Gilmozzi: «Parole idiote da condannare nel modo più fermo, dal punto di vista morale prima che politico. La cosa triste è che vengano dette per farsi belli di fronte alla gente del proprio paese, e magari a pronunciarle è gente che ogni domenica va a messa». «Se questi amministratori fossero al governo - prosegue Gilmozzi - non potrebbero andare con la scopa e la mazza. Parole come queste portano a un distacco ancora maggiore dalla politica».
A commento dell’articolo del Trentino di ieri intervengono anche il segretario della Cgil Franco Ianeselli («Mai nascondere i problemi, ma istigare alla violenza è inaccettabile. E non pare che la val di Fassa sia ridotta come una banlieue») e Jacopo Zannini (consigliere in Centro storico): «Parole folli, come amministratore mi vergogno. Mi aspetto che i consigli comunali di appartenenza chiedano le loro dimissioni». (ch.be.)