Asili, rivolta delle maestre per le mancate sostituzioni

Lettera di allarme di 17 insegnanti: «L’assessorato sorvola sulla situazione». Bertola della Uil: «Impossibile gestire da sole 50 bambini. Pronte alla lotta»



TRENTO. Bastano un’assenza per malattia, un corso di aggiornamento o un permesso di una collega. In queste “sfortunate” eventualità un’insegnante della scuola dell’infanzia può trovarsi a dover gestire, da sola, anche due sezioni da 25 bambini ciascuna. Un carico di lavoro enorme, con inevitabili conseguenze sull’attività didattica da garantire ai più piccoli. Tutta colpa del Piano annuale approvato in giugno, che ha introdotto la mancata sostituzione del personale assente i primi tre giorni e la sostituzione a discrezione del coordinatore nei giorni successivi.

Una questione della quale il Trentino si sta occupano da tempo. Rispondendo ad una mamma preoccupata, l’assessore uscente Marta Dalmaso, pochi giorni fa, aveva sostenuto di “avere operato in modo da non intaccare la qualità del servizio offerto ai bambini”. Ma le insegnanti non sono affatto d’accordo. In una lettera inviata al giornale da 17 maestre, viene sottolineato «quello che l'assessora Dalmaso tralascia di dire». «É vero che la non sostituzione per 2 giorni in caso di assenza di un'insegnante era già prassi (non certo una buona prassi), ma la regola non valeva nelle scuole con meno di 3 sezioni, in cui la divisione dei bambini in caso di assenza di un'insegnante diventa molto difficoltosa per via del rapporto insegnanti-bambini». Ma la lista delle conseguenze è lunga: «prima non esisteva un divieto assoluto» ma una discrezionalità per i coordinatori di concedere deroghe; la figura dell’insegnante part-time non esiste più; alle assenze per malattia e permessi si aggiungono le ore di formazione «imposte dall’amministrazione»; «per tamponare sostituzioni non sostenibili, si "propone" al personale insegnante di prestare orario straordinario, di cui però la stessa delibera vieta il pagamento»; «la non sostituzione del personale ausiliario rappresenta invece una novità assoluta, aggravata dall'obbligo per il personale a tempo determinato di fruire delle ferie maturate prima della scadenza del contratto».

Il sindacato promette battaglia: «Da settembre in poi non abbiamo messo in campo altre iniziative - dice Silvia Bertola della Uil Fpl - perché, essendo l'assessore uscente, non avevamo una controparte. Ma intanto abbiamo predisposto delle griglie per raccogliere degli esempi concreti da portare al nuovo assessore. Che si troverà a dover affrontare questa patata bollente, perché per noi la questione non è affatto chiusa». La sindacalista parla di un assessorato sordo rispetto alle voci di protesta delle insegnanti: «Noi avevamo detto fin dall'inizio che questi tagli avrebbero portato grosse difficoltà. Ci sono scuole a due sezioni con 50 bambini, che sono organizzate in due turni da 25: quando un’insegnante è malata ne resta una sola che dovrebbe tenersi tutti i bambini, cosa impossibile anche per legge. É per questo che fanno restare nel pomeriggio anche quella del mattino, costringendola a straordinari che non possono essere pagati. Inoltre quando le ore vengono recuperate, si crea altro disagio. Il problema naturalmente sussiste anche nelle scuole da 4 sezioni in su. Noi abbiamo cercato di spiegare la situazione, ma all'assessorato l'hanno ritenuta una cosa da poco. Non lo è». A questo si aggiunge «la non sostituzione del personale ausiliario, che pesa grandemente perché il lavoro non può non essere fatto: parliamo di pulizie, distribuzione dei pasti, cambio dei bambini, accompagnamento sul pulmino e sorveglianza del sonno. Le ore riservate a quest’ultima attività, per di più, sono state dimezzate».(l.m.)













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