Al liceo Da Vinci arriva lo «sciopero della pagella»

Iniziativa di novantadue professori per protestare contro il governo Monti «Una parte delle lezioni per mostrare agli studenti la nostra attività sommersa»


di Luca Pianesi


TRENTO. Al Liceo Da Vinci le pagelline di metà quadrimestre non saranno consegnate ai genitori degli studenti. È questo uno dei provvedimenti decisi e sostenuti da 92 insegnanti del liceo scientifico, e linguistico, di via Giusti, per protestare contro il disegno di stabilità del governo Monti. Il mondo della scuola è, infatti, da qualche giorno in stato di mobilitazione per opporsi alla riforma di legge che vorrebbe aumentare le ore di lezione settimanali, dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, dalle attuali 18 a 24. Un incremento che, a detta di tutti i sindacati, comporterebbe un sovraccarico di lavoro stimabile nel 33% in più, rispetto a quanto oggi contrattualmente previsto, e che non sarebbe minimamente retribuito.

«Noi non ci stiamo - spiega il professore del Da Vinci, Massimo Pellegrini - perché ancora una volta si fa una riforma dimostrando di non conoscere ciò che si vuole riformare. Le 18 ore che gli insegnanti devono fare settimanalmente da contratto, sono le cosiddette ore frontali, quelle, cioè, che si consumano davanti agli studenti. C’è poi una quasi equivalente quantità di ore che ogni docente fa di lavoro sommerso, a casa per correggere i compiti, per programmare le lezioni e per aggiornarsi. E poi ci sono le udienze, le assemblee, gli incontri con altri professori e con i genitori. Insomma, l’attività di un insegnante non si conclude col terminare dell’orario scolastico. Ecco perché, noi docenti del Liceo Da Vinci, abbiamo deciso di dedicare, dal 27 ottobre fino a ieri, una parte delle lezioni mattutine a mostrare ai nostri studenti qual’è l’attività sommersa che tutti i giorni dobbiamo sostenere. E quindi li abbiamo coinvolti nella correzione di simulazioni di prove, nell’esaminare verifiche e compiti, nell’elaborare griglie e criteri di valutazione».

«E’ come se in un teatro - aggiunge Pellegrini - si mettesse in scena uno spettacolo su ciò che succede dietro le quinte. In questa maniera abbiamo voluto coinvolgere i ragazzi e sensibilizzarli sul tema e devo dire che hanno risposto molto bene.

L’altra azione di protesta che abbiamo deciso di intraprendere è quella di sospendere le comunicazioni del profitto di metà quadrimestre alle famiglie. In sostanza non verranno consegnate le pagelline. E’ questo un modo per rivolgerci direttamente ai genitori che hanno, comunque, dimostrato comprensione e alle elezioni dei loro rappresentanti ci hanno comunicato la loro solidarietà».

Il preside Alberto Tomasi, invece, si è limitato a prendere atto della protesta della gran parte dei suoi docenti (hanno aderito in 92 su un totale di un centinaio), ma ha voluto sottolineare che l’iniziativa è a carico degli insegnanti e non della scuola. «Tomasi ha sollecitato un collegio docenti - conclude il professor Pellegrini - cosa comunque utile e fattibile. Però serviva anche una presa di posizione, da parte nostra, immediata e impattante. Ora, dopo il ponte dei morti, vedremo come si muoverà il Governo. Ma, a prescindere, per il 13 novembre abbiamo già in programma l’assemblea sindacale e il 24 lo sciopero di tutto il mondo della scuola».

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