«Ai giovani la memoria per un’Italia più solidale»

Festa della Liberazione, tra ricordo delle lotte partigiane e nuove generazioni Appello del sindaco Andreatta: aiutate la politica a risollevarsi dal degrado


di Martina Bridi


TRENTO. Una giornata per onorare la memoria storica con uno sguardo rivolto al futuro. Questa è stata la Festa della Liberazione ieri a Trento, con i giovani sia coinvolti la mattina durante le celebrazioni istituzionali che resi protagonisti nel pomeriggio con la festa organizzata dall'Arci in piazza Dante. Lo spirito con cui è stato festeggiato il 25 Aprile è riassunto nelle parole di Sandro Schmid, presidente dell'Anpi di Trento: «Il nostro sforzo è rivolto alle nuove generazioni per un'Italia di pace, pulita, giusta, solidale, che guarda al domani con fiducia». La giornata è iniziata con la messa in ricordo dei Caduti celebrata nella chiesa di Santa Annunziata, seguita dal corteo per le vie del centro al quale hanno partecipato centinaia di persone tra cui molte famiglie e giovani. Le corone in memoria di chi ha lottato per la liberazione dal nazifascismo sono state depositate nei luoghi simbolo della città: alla lapide di Palazzo Thun, al monumento ai Caduti in piazza Portela, all'ex Imi presso il palazzo della Provincia, alla Galleria dei Partigiani e in piazza Pasi.

Alle 11 a Palazzo Geremia è stato il momento della cerimonia di commemorazione, durante la quale hanno preso la parola anche Luca Pedron del circolo studenti Anpi e due ragazzi che hanno partecipato quest'anno al Trento della Memoria. Il primo intervento è stato quello del sindaco Andreatta: «A voi il compito di raccogliere la sfida lanciata del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di aiutare la politica italiana a riprendersi dall'impoverimento culturale che ne ha segnato l'andamento di questi ultimi anni - ha detto Andreatta rivolgendosi ai giovani - a voi l'invito ad alzarsi, a fare politica e volontariato, come hanno fatto settanta anni fa i giovani partigiani».

Dopo il sindaco, è stato Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale, ad esprimere l'importanza del 25 Aprile come festività che non può ridursi ad un rito vuoto e stanco, mentre Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico, ha spiegato che la Festa della Liberazione può essere considerata come una «giornata termometro» utile a misurare sentimenti e opinioni nei confronti dei principi della democrazia. Infine, Sandro Schmid si è schierato dalla parte dei giovani: «Al giorno d'oggi da parte loro c'è un ritorno di interesse per la storia e per la Resistenza che si scontra con chi li etichetta come indifferenti: il nostro compito e quello della scuola è di insegnare loro il significato della lotta partigiana e la Costituzione».

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