il lutto

Addio Silvano Danieli, pioniere del nuoto trentino

Si è spento a 90 anni dopo una vita dedicata allo sport e ai suoi atleti Era campione mondiale dei master, sarà ricordato come un grande allenatore


di Andrea Selva


TRENTO. Se n’è andato a 90 anni compiuti da poco Silvano Danieli, pioniere del nuoto trentino, campione mondiale della categoria master e allenatore di generazioni di giovani trentini. Fisico eccezionale, volontà di ferro, Danieli («Silvan» per tutti i suoi atleti) è sceso in vasca fino all’autunno scorso quando sono comparsi i primi sintomi della malattia che ieri pomeriggio l’ha vinto: «Ma si è comunque preso la soddisfazione di festeggiare il suo novantesimo compleanno, naturalmente in piscina» ricorda il figlio Nerio che gli è stato accanto fino all’ultimo minuto, assieme ai fratelli Roberto e Franco, tutti nuotatori.

Chissà che risultati strabilianti avrebbe potuto ottenere Silvano Danieli se non fosse nato in un’epoca in cui si imparava a nuotare nel lago di Loppio (la sua prima piscina) ma soprattutto non c’era tempo per lo sport ma bisognava andare a lavorare in fabbrica (nel suo caso la Sloi) per portare a casa la pagnotta. Poteva fare il calciatore, il sollevatore di pesi, è andata che è diventato il “delfino di via Fogazzaro”, con quella bracciata ampia che ha mantenuto anche a tarda età quando è diventato (finalmente!) campione del mondo nella categoria master prendendosi la rivincita sull’età: Monaco di Baviera, 29 luglio del 2000 (giorno del suo 73° compleanno) con tanti complimenti di Mark Spitz, il mito del nuoto anni Settanta che assisteva alla gara a bordo vasca.

Non tutti i campioni hanno la stoffa per mettersi al servizio degli altri e diventare allenatori. Lui sì. Soprattutto quando dopo essere stato operaio Sloi divenne dipendente dell’Itas. Quanti anni nella Rari Nantes, poi nella Buonconsiglio Nuoto e ora nella Snd che - fateci caso - è l’acronimo di Silvano e Nerio Danieli. Seguiva con passione i giovani atleti che avevano i numeri per arrivare ai vertici del nuoto italiano, ma con la stessa attenzione si dedicava pure ai meno dotati con quella sapiente alternanza di “bastone e carota” di cui solo i grandi educatori sono capaci. Ma dovevi metterci impegno, altrimenti ti stroncava con una parola sola: faloppa.

I suoi atleti (compreso chi scrive questo articolo) lo guardavano con rispetto quando, al termine degli allenamenti dei ragazzi, scendeva in vasca lui – Magic Silvan - a dare dimostrazione di come si nuotano i 200 delfino, una delle gare più dure del nuoto, la distanza e lo stile di cui era specialista. Ma Danieli non dava mai sfoggio, più semplicemente dava l’esempio. Deve essere per questo che ieri - nell’era di Facebook - centinaia di trentini si sono messi in fila sui social network per ricordarlo («Ciao Silvan») e per essere accanto al figlio Nerio che ha dato il triste annuncio: «Arrivederci papà».

La notizia era nell’aria, triste, ma con la consolazione per una vita lunga e vissuta pienamente. La moglie Livia se n’era andata tre anni fa, dopo averlo atteso con pazienza negli anni delle tante trasferte sportive in tutta Italia e mezza Europa, dove lo portavano i campionati master. Ieri sera la data del funerale non era ancora stata fissata, ma la famiglia ha comunque fatto sapere che la celebrazione si terrà (venerdì o sabato) nella chiesa di San Giuseppe a Trento.













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