Addio al verduraio di Piazza Vittoria
Si è spento Renzo Mosna, 65 anni, da quaranta al chiosco in centro città. Un malore lo ha colpito mentre era al lavoro
TRENTO. Renzo Mosna, storico commerciante di verdura in piazza Vittoria a Trento, è morto ieri. E’ successo all’improvviso, sul posto di lavoro davanti a tanti clienti; erano circa le nove. La collaboratrice Cristina ha chiamato i soccorsi. Le prime cure poi il trasporto in ospedale, dove è spirato. Aveva 65 anni, Renzo Mosna. I clienti che aveva servito poco prima del malore dicono che stava bene, che come al solito era sorridente, che andava avanti e indietro, «dentro e fuori dal suo chiosco come un grillo». Poi si è accasciato. Renzo era nato con il talento per gli affari, con una straordinaria voglia di lavorare e altrettanta di indipendenza. Da quarant'anni si alzava alle quattro del mattino, tutti i giorni. Aveva lavorato in piazza Lodron, da una manciata di anni in piazza Vittoria. Prima ancora che facesse giorno, formava con sapienza un bel mosaico di colori fatto di decine e decine di tipi di verdura e frutta. Aveva cominciato a lavorare nel 1967 a quattordici anni, in una cooperativa di Gardolo, poi era passato piccolo dirigente alle Aziende Agrarie. Nel 1978 aveva comperato una licenza di verduraio dando le dimissioni alle Aziende Agrarie, stabilendo il chiosco in piazza Lodron. Un successo da subito grazie alla sua simpatia, alla costanza, alla qualità della verdura e della frutta proposte. Si comprò la 500, poi un furgoncino, poi ancora la cella frigo e avanti così. Si era sposato con Paola che gli ha dato Mattia, oggi di 38 anni, Roberto, 33 e Massimo 31 anni. Nessuno di loro ha mai voluto proseguire nell’attività del padre. Dispiaciuto? Neanche un po', anzi, era felicissimo. Sgranando gli occhi azzurri sotto una capigliatura biondo chiara e fregandosi le mani, una volta ci disse: «Neanche en po' te prego, nessì? Tute le matine alle tre en pe. No, no».
Era molto simpatico e servizievole, Renzo Mosna. Ha venduto frutta e verdura a tre generazioni di trentini: nonni, genitori e figli, sempre con un sorriso. Un punto di riferimento per molti, in piazza Vittoria. Uomo di commercio, certo, ma dai molti talenti e dalle riconosciute doti. Una su tutte l’umanità. Renzo avrebbe potuto scrivere una commedia trentina. Da quel suo chiosco godeva della messa in scena della vita, attraverso tutto i suoi tipi. Personaggi che a volte erano clienti, altri passanti, molti amici e conoscenti. Renzo, figlio di due gardoloti con una bella storia alle spalle. Lui era organista della chiesa ma ha dovuto abbandonare la passione per una malattia alla mano. Non ha così potuto godere di quella pensione di cui, per altro, non ha mai atteso l'arrivo. Era troppo innamorato del lavoro, in particolare del suo lavoro, quello che lo teneva in contatto con la gente di ogni ceto sociale. Da lui, infatti, andava la signora borghese e quella di più umile estrazione. Per tutte – ed è noto - aveva un sorriso. Il suo mondo era il chiosco, anche se aveva molti altri interessi.
Sergio Pisoni, altro “monumento” di piazza Vittoria (nel settore dei formaggi), collega di Renzo da oltre quarant'anni e suo dirimpettaio in piazza, non trattiene il grande dolore : «Cori, cori e varda come te finisi. 'Na roba incredibile. Por Renzo».