Lavoro

Trentino, nel primo trimestre dell’anno cala la disoccupazione: 2.700 occupati in più. Scettici i sindacati

Crescono i rapporti di lavoro, come anche le assunzioni, mentre cala il tasso di disoccupazione (al 2,9%, in flessione di 1,6 punti percentuali rispetto al 2023) 



TRENTO. Nel primo trimestre 2024 gli occupati in Trentino hanno superato le 243.000 unità e sono aumentati su base annua del 2,3% (circa 2.700 unità). Lo si legge nella nota trimestrale congiunta sulle tedenze dell'occupazione pubblicata dall'Ispat e dall'Agenzia del Lavoro. L'aumento degli occupati coinvolge sia gli uomini (+2,1%) sia le donne (+2,5%). Rispetto allo stesso trimestre del 2023 aumenta il numero degli occupati indipendenti (+10%), mentre cresce solo lievemente il numero dei dipendenti (+0,5%). Il tasso di occupazione sale al 69,7% (74,4% per gli uomini, 65,1% per le donne), in aumento su base tendenziale di 1,3 punti percentuali, più basso rispetto al dato del Nord-est (70,1%) ma distanziato dalla media nazionale (61,6%).

Sono poco più di 7,3 mila le persone in cerca di un'occupazione, in riduzione del 34,9% su base annua (-35% per gli uomini, -34,8% per le donne). Il tasso di disoccupazione scende al 2,9% (2,5% per gli uomini, 3,4% per le donne), in flessione di 1,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2023, più basso rispetto a quello del Nord-est (4,3%) e anche rispetto a quello italiano (7,7%). Nel primo trimestre aumenta su base tendenziale lo stock delle posizioni lavorative dipendenti (+3,2%). Una crescita che si registra soprattutto nel terziario (+3,8%) trainato in particolare dal comparto dei pubblici esercizi (+8,9%). Registra una lieve crescita la domanda di lavoro nelle imprese trentine.

Tra gennaio e marzo 2024 in provincia di Trento sono stati attivati 30.196 nuovi rapporti di lavoro, 60 assunzioni in più (+0,2%) rispetto allo stesso periodo del 2023. Sul fronte delle cessazioni lavorative, si osserva invece una crescita su base annua dell'1,2%. Una dinamica che si riflette sul saldo occupazionale: le uscite - dovute anche alle cessazioni lavorative dopo la chiusura della stagione turistica invernale - superano le entrate per 1.446 unità. Il ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese industriali cala su base annua del 51,4%. Il comparto più interessato dalla cassa integrazione (quasi il 70% delle ore) è quello della carta (poligrafico, editoria e carta). 

Scettici i sindacati:  "I dati del mercato del Lavoro in Trentino nei primi tre mesi di quest'anno sono sicuramente positivi. Con due avvertenze, però. La prima è riferita al fatto che al calo della disoccupazione e all'aumento del tasso di occupazione, corrisponde anche un ampliamento del lavoro indipendente e a termine, ossia delle posizioni lavorative precarie a testimonianza del fatto che il mercato del tavoro trentino non riesce più a creare numeri consistenti di posti di lavoro dipendenti a tempo indeterminato, ovvero quelli più stabili e meglio retribuiti". A dirlo è la Cgil del Trentino, che ha commentato i dati diffusi dall'Ispat e dall'Agenzia del Lavoro sulla situazione del mercato del lavoro. 

"Ciò rischia di amplificare il problema salariale che come organizzazioni sindacali segnaliamo ormai da anni anche per la nostra provincia", afferma la Cgil in una nota. In secondo luogo, aggiunge il sindacato, "va ricordato che oggi rispetto ai primi tre mesi dell'anno il quadro occupazionale è cambiato anche in maniera radicale. I dati sulle assunzioni in Trentino sono in calo, soprattutto nel settore manifatturiero e delle costruzioni. Inoltre, proprio in questi mesi sta aumentando il ricorso alla cassa integrazione delle aziende, in particolare quelle che operano sui mercati internazionali, riducendo quindi il reddito disponibile delle famiglie di operai impiegati. Per questo motivo, purtroppo non c'è da esultare per i risultati del mercato del lavoro".

 













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