Il racconto

Tre volte positiva al Covid: il caso studiato al San Raffaele 

Una quindicenne di Bressanone ha lottato col virus da settembre a marzo. A lungo positivi anche i genitori e i tre fratelli La mamma, ex agonista: «C’é grande interesse scientifico, per questo faranno un’analisi genetica di tutta la famiglia»



BRESSANONE. Ha dell’incredibile quello che è accaduto a una famiglia di Bressanone. A raccontarlo è la mamma di una ragazzina di quindici anni positiva al Covid per ben tre volte. Da settembre dello scorso anno questa famiglia è entrata in una specie di incubo, visto che in momenti diversi tutti i suoi componenti si sono positivizzati al Covid con sintomi gravi al punto da indurre la madre, ex atleta nazionale di atletica, a rivolgersi all'ospedale San Raffaele di Milano che sta provvedendo alla profilazione genetica della famiglia per capire come sia stato possibile tutto questo.

La storia.

«Sono madre di quattro figli: un bimbo di 6 anni che frequenta la prima elementare, un altro figlio di 9 anni affetto da una grave Labioplatoschisi, una bambina di 12 anni che va in prima media e una di 15 che frequenta la prima superiore la quale, appunto, ha contratto il Covid per ben tre volte nell'arco di pochi mesi», spiega la donna. Che aggiunge: «Il 23 settembre scorso mia figlia più grande è risultata positiva al Covid e per questo è stata messi in quarantena. Abbiamo un bambino di 9 anni fortemente allergico e per proteggerlo abbiamo dovuto isolarla nella sua stanza. Il 13 ottobre la ragazzina si è negativizzata, ma il più piccolo e l'altra figlia di 12 anni hanno iniziato a sentirsi male, quindi, la pediatra mi ha detto di tenere tutti a casa. Per il 30 ottobre è stato fissato un tampone di famiglia dal quale solo mio marito è risultato positivo. Tutti in quarantena e a quel punto abbiamo isolato mio marito. Il 17 novembre abbiamo fatto l'ennesimo tampone, mio marito è risultato negativo ma la figlia di 12 anni era stranamente positiva senza avere mai avuto contatti con altre persone. Il 23 novembre il piccolino di 6 anni si è positivizzato a sua volta», spiega la madre.

L’ennesimo tampone.

Una vicenda che non finisce lì, perché il 27 novembre la famiglia rifà il tampone. Risultato: tre positivi e il marito negativo, anche se per poco, visto che il 5 dicembre anche il figlio di 9 anni - quello con le patologie più a rischio – è risultato positivo.

La seconda positività della quindicenne.

Il 7 dicembre, invece, arriva la seconda positività della figlia maggiore, dopo alcuni giorni di malessere. A quel punto, i sanitari hanno spiegato alla coppia di Bressanone che probabilmente la figlia aveva contratto una nuova forma di Covid. Uno spiraglio per la tranquillità di questa famiglia è arrivato il 6 gennaio di quest'anno con la negativizzazione accertata di tutti i suoi componenti, anche se gli strascichi del Covid sono tutt'ora pesanti: mal di testa a tratti insopportabile, problemi muscolari, tachicardie. Insomma, mentre ognuno sembra ancora presentare uno di quegli effetti a lungo termine del Covid, all'improvviso ecco la terza positività della figlia più grande.

L’ennesima quarantena con la terza positività.

«Mia figlia quindicenne è tornata a scuola verso la fine di febbraio, ma per la positività di un suo compagno è finita ancora in quarantena, nonostante abbia contratto il Covid già due volte. Pochi giorni dopo sono stata costretta a chiamare il medico, perché aveva ripreso a stare male. Il 2 marzo le abbiamo fatto il tampone e risultava ancora positiva, quindi siamo finiti tutti in una nuova quarantena», ricorda al donna. Per capire cosa fosse successo, madre e figlia si sono recate all'ospedale a Bolzano presso il reparto Covid, anche per via di una serie di sintomi tachicardici importanti riscontrati dalla madre. «Ci hanno fatto un prelievo e constatato che mia figlia aveva gli anticorpi di settembre ma era positiva a non si sapeva quale variante del virus e a quel punto ci siamo rivolti all'ospedale San Raffaele di Milano dove lavora una mia parente», spiega la donna. Infatti, la famiglia di Bressanone è celiaca e il sospetto ora è che questa patologia sia una possibile concausa di questa incredibile serie di contagi.

La profilazione al San Raffaele di Milano.

«Al San Raffaele ci hanno detto che il nostro caso è di elevato interesse scientifico, per questo faranno un’analisi genetica a tutta la famiglia e cercheranno di darci una risposta, mentre qui in Alto Adige ci avevano detto che i tamponi positivi non vengono sempre profilati: in Lombardia ci hanno spiegato che lo fanno a prescindere, poi li schedano per varianti e su quei dati fanno ricerca», conclude la donna. J.M.













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