Taglio agli sportelli bancari, in sei anni in Trentino persi 600 posti di lavoro
L’allarme del settore credito al congresso della Fisac Cgil: «Effetti più pesanti per anziani e meno abbienti». Alessandro Sergiacomi eletto nuovo segretario
TRENTO. I tagli agli sportelli bancari in Trentino hanno significato la perdita di 600 posti di lavoro. I pesanti riflessi sull’occupazione nel settore del credito sono stati al centro del congresso della Fisac Cgil del Trentino.
Alessandro Sergiacomi è il nuovo segretario provinciale della categoria che rappresenta i lavoratori del credito e delle assicurazioni, raccoglie il testimone da Claudio Cornelli che era alla guida del sindacato da circa un anno.
Nella sua relazione Cornelli ha messo in evidenza i profondi cambiamenti che hanno investito il settore del credito anche in Trentino e l’impatto sul credito. «Un settore – ha precisato il segretario uscente – che gode di buona salute e bilanci solidi, ma che ha visto un pesante spostamento dall’attività di credito a quella finanziaria. Con riflessi importanti e non positivi su occupazione e clientela».
“La chiusura continua di sportelli e che nei prossimi anni proseguirà incessantemente sta riducendo pesantemente la popolazione bancaria ed il numero di iscritti: abbiamo regioni che sono al limite. In Trentino dal 2015 al 2021 si sono persi circa 600 lavoratori con la conseguente riduzione degli iscritti”. Tra gli utenti sono quelli più fragili, come gli anziani o i meno abbienti, che scontano il peso di minori servizi o solo servizi “online”.
Il cambiamento ha investito anche il comparto assicurativo. In quel contesto le condizioni di lavoro più difficili riguardano l’appalto assicurativo. “Sono lavoratori e soprattutto lavoratrici per lo più precarie”. L’obiettivo è quello di aprire un confronto serrato con le compagnie assicurative “per costruire un perimetro di garanzie per queste lavoratrici: la produttività delle assicurazioni è data in buona parte dal lavoro della rete agenziale e va riconosciuto”, ha detto Cornelli.