Una rete di aiuto per chi è in difficoltà 

Accordo sottoscritto: coinvolte onlus, associazioni di volontariato no profit, enti privati, oltre a Comune e Provincia


di Alberto Tomasi


ROVERETO . Il distretto dell’economia solidale della Vallagarina amplia il proprio raggio d’azione e si propone come modello di inclusione sociale. Grazie all’accordo firmato ieri mattina all’Urban center dal vicepresidente della Provincia di Trento Alessandro Olivi, dall’assessore alle attività sociali Mauro Previdi e dall’assessore della Comunità della Vallagarina Enrica Zandonai, la rete di aiuto solidale nata nel 2009 dall’esperienza della cooperativa “Le formichine”, per far fronte al disagio femminile, si apre a chiunque si trovi in situazione di difficoltà, senza più distinzione di genere.

All’incontro di ieri erano presenti molti dei sottoscrittori, tra questi associazioni di volontariato no profit e onlus, categorie di rappresentanza, enti privati e uffici pubblici del Comune di Rovereto e della Provincia.

«Le porte sono aperte a tutti, - ha precisato Previdi - compresi commercianti e imprenditori che non pensano solo al profitto, ma anche alla solidarietà».

Le ultime adesioni al distretto sono state quelle dell’associazione di promozione sociale Ruota libera, delle cooperative Girasole, Dal Barba, Eris, della casa di riposo Clementino Vannetti e dell’Istituto alberghiero trentino. In totale ventisei sottoscrittori, molto diversi l’uno dall’altro ma animati da un obiettivo comune.

Una rete di solidarietà, quindi, più ampia ed efficace, che porterà il distretto, che si muove per iniziativa del Centro per l’impiego e dei servizi sociali, ad aumentare la propria capacità di intervento, per intercettare e coinvolgere un numero maggiore di persone in difficoltà. Con il risultato che il centinaio di casi problematici trattati finora ogni anno, dovrebbero aumentare in modo significativo. Il distretto opera soprattutto nel settore dell’occupazione, accompagnando le persone in progetti di formazione per un tempo più o meno lungo, fino ad acquisire le competenze necessarie per affrontare il mercato del lavoro, ma sono previsti anche interventi di supporto educativo e, in futuro, di cittadinanza attiva.

«È un progetto che parte da lontano, dalla collaborazione della Fondazione famiglia materna e la cooperativa Punto d’approdo - ha spiegato l’assessore Previdi - e che si è via via allargato con attori che mettono in campo la propria sensibilità per aiutare le persone più fragili. È un segnale che se si mettono insieme le forze si possono raggiungere obiettivi importanti. La sfida adesso è di estendere l’esperienza fin qui accumulata a livello provinciale».

«Sono sorpreso, perché solitamente quando si parla di reti e di distretti si rischia di parlare in astratto, fermandosi alle suggestioni e alle evocazioni - è stato il commento del vicepresidente della Provincia Olivi - ma questo, al contrario, è un esempio concreto partito dal basso, un’esperienza unica, che altre regioni italiane intendono prendere come modello».

«Il tema della difficoltà non può essere colto da un unico punto di vista, per questo l’unione di enti pubblici e di enti privati, profit e no profit, rappresenta un obiettivo e la firma di oggi costituisce un punto di partenza per un nuovo percorso» è stato infine il commento dell’assessore Zandonai.

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