Sul Colle di Miravalle la bandiera del Nepal 

L’ambasciatore Dhital ha consegnato il vessillo al reggente Alberto Robol: è la 96ª nazione aderente



ROVERETO . «In nessun luogo al mondo come presso Maria Dolens ho visto il tema della pace, della fraternità e della solidarietà così presente nell'immaginazione umana. La Campana ci invita a rinunciare alle armi per costruire l'edificio della pace nel mondo» ha detto ieri davanti alla Campana dei caduti l’ambasciatore della Repubblica del Nepal, Deepak Dhital, durante la cerimonia per l'adesione del Nepal all'ideale di Pace espresso da Maria Dolens. Dopo la Repubblica di Moldavia, è toccato al Nepal far sventolare la propria bandiera sul Colle di Miravalle. Con il Nepal sono 96 le nazioni che hanno deciso di aderire alla Fondazione Opera Campana dei Caduti. A fare gli onori di casa c'era il reggente Alberto Robol insieme al vice sindaco di Rovereto, Cristina Azzolini e al presidente della Comunità della Vallagarina, Stefano Bisoffi. L'ambasciatore Deepak Dhital ha consegnato la bandiera del Nepal nelle mani del reggente che a sua volta l'ha affidata al Corpo di Polizia municipale per essere issata sul pennone accanto alla Campana dei Caduti mentre veniva eseguito l'inno nazionale nepalese. La cerimonia si è conclusa con l'esecuzione dell'Inno di Mameli, i cento rintocchi di Maria Dolens e la firma del registro d'onore sotto la Campana. «Ora fate parte a pieno titolo della nostra Fondazione - ha esordito Robol -. Siate orgogliosi di questa appartenenza voi che della pace avete fatto la vostra ragione di vita». «La forza del Nepal – ha risposto l'ambasciatore – risiede nel suo popolo giovane e pieno di energie, amichevole con tutti e senza nemici. Quali eredi della tradizione di Buddha, vogliamo diffondere nel mondo un messaggio di pace, non violenza e cooperazione. Oggi, ci siamo uniti qui a Rovereto ed abbiamo deciso di aderire al memorandum di Pace della Fondazione Opera Campana dei Caduti. Issando la nostra bandiera in questo illustre luogo ci impegniamo tutti insieme a rendere il mondo un luogo di pace ed ospitale per tutte le generazioni future». Grazie ai progressi in campo sociale, garantiti da una politica più stabile, oggi in Nepal, il paese del trekking e del turismo d8i alta quota, si è diffusa una percezione di maggiore sicurezza e di tranquillità che ben si affiancano alla leggendaria serenità della popolazione nepalese.













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