«Pronto soccorso, i rinforzi arriveranno»
Il direttore dell’Azienda sanitaria: i medici specializzati sono rari, e spesso non vogliono trasferirsi qui
ROVERETO . I problemi di carenza di medici del pronto soccorso di Rovereto sono noti alla dirigenza dell’Azienda sanitaria, che si impegna a mantenere la promessa dei rinforzi richiesti, ma il vero problema è che gli specializzati in medicina d’urgenza sono pochi, e nessuno vuole trasferirsi in Trentino. Lo spiega il dirigente dell’Azienda, Paolo Bordon. «Entrambe le unità operative di pronto soccorso, sia quella di Trento che quella di Rovereto , sono sotto organico. Lo sappiamo ma ci sono grosse difficoltà a reperire rincalzi. Un tempo si potevano tamponare le emergenza attingendo forze esterne con contratti a chiamata (di norma dalle Asl di Feltre e Belluno, ndr.) ma ora la carenza di personale medico specializzato si fa sentire anche dalle altre aziende sanitarie ed è pertanto una strada non più percorribile». I tentativi per risolvere una situazione a tutti gli effetti problematica sono stati fatti, con l’istruzione di concorsi appositi, che spesso però rimangono senza iscritti. «Non ci sono medici disposti a venire in Trentino, questa è una realtà con la quale dobbiamo fare i conti». Le ragioni sono abbastanza intuibili: i medici specializzati trentini sono pochissimi, e chi vanta una formazione specifica di solito sceglie un incarico più possibile vicino a casa, o in alternativa una trasferta che però offra possibilità di carriera, cioè una meta prestigiosa o professionalmente attraente (ad esempio, una clinica universitaria, strutture che in Trentino non esistono). Il problema non è limitato alla medicina d’urgenza, ma tocca anche altre branche come anestesia e rianimazione e ginecologia. Tuttavia Bordon assicura che prima o poi i rinforzi arriveranno. «Intendiamo mantenere gli impegni presi e garantire a Rovereto la copertura del ruolo di medico nel turno di notte, chi in numeri significa 2 o 3 medici in più». Il processo di rinforzo avverrà attraverso procedure concorsuali, al netto degli intoppi. Bordon risponde infatti con una nemmeno tanto velata polemica nei confronti di Filippo Degasperi (M5S), che ha sollevato il tema sulle nostre pagine di ieri. «Il consigliere ci aveva accusato di aver favorito la nomina di un nuovo medico proveniente da Padova e disposto a trasferirsi. Ne conseguì un’indagine davanti alla quale il medico preferì rinunciare all’incarico piuttosto che ritrovarsi a lavorare in un clima di sospetto e ostilità» conclude il direttore dell’Azienda Sanitaria.