Pioggia e vento rovinano la Fiera di Santa Caterina  

Ma c’è soddisfazione nonostante la giornata difficile. Alcuni espositori hanno dovuto chiudere anzitempo per non rovinare la merce, l’afflusso è migliorato nel pomeriggio



Rovereto. Le previsioni nefaste si sono avverate e ieri la città è stata sferzata da forti piogge e vento a raffiche. Il peggior scenario possibile per ospitare la tradizionale Fiera di Santa Caterina, che com’è logico attendersi non ha potuto ripetere le affluenze degli anni scorsi. Tuttavia nel pomeriggio con il temporaneo scemare della pioggia la gente, malgrado il tempaccio, si è vista e, pure con numeri imparagonabili al passato, ha affollato le bancarelle. I circa 150 espositori sono arrivati di buon mattino nonostante il meteo avverso, e solo alcuni - quelli collocati in zone più esposte a vento e acqua - hanno gettato la spugna. La maggioranza, oltre un’ottantina di ambulanti, ha resistito fino alla chiusura. «Ringraziamo tutti gli espositori - commenta Grazia Piffer di Confesercenti -, arrivati malgrado si sapesse che sarebbe stato brutto. Abbiamo comunque esaurito il quintale e mezzo di caldarroste con i maroni di Castione (a distribuirle anche Fausto Manzana, presidente di Confindustria, castionese doc, ndr)». Purtroppo con un simile maltempo la banda Musica Cittadina R.Zandonai non ha potuto sfilare e si è trovata costretta a suonare sotto i portici. Non è stato possibile montare il gonfiabile per i bambini, che sarebbe stato pericoloso col vento. Insomma, un mezzo disastro se si fa la proporzione con gli anni passati, ma il tempo è stato davvero inclemente. Paolo Preschern (Confesercenti) ringrazia «chi ci ha creduto nonostante il maltempo. I negozi del centro erano quasi tutti aperti. Purtroppo la Fiera non si poteva rinviare, e ce l’abbiamo messa tutta. Grazie anche agli scout e ai Lions, che hanno resistito sotto la pioggia, incassando meno del solito. Bravi anche i volontari del Sev, che hanno vigilato anche sui dettagli».













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona