Palazzo Sichardt riapre in primavera 

Ospiterà anche uffici e laboratori del Museo Civico. Inaugurazione con uno speciale allestimento, poi la prima mostra



ROVERETO . Mancano solo gli ultimi collaudi, «una questione più burocratica che tecnica» sintetizza l’assessore Maurizio Tomazzoni. Poi, palazzo Sichardt passerà nelle disponibilità del Museo Civico, che entro l’anno ci trasferirà una parte dei propri uffici e i laboratori di restauro. Prima dell’estate, assicura Tomazzoni, lo storico edificio verrà riaperto con uno speciale allestimento che racconta la storia del museo, dei suoi donatori e delle associazioni che vi gravitano attorno. Di fatto, il museo civico si dividerà in due diverse specializzazioni. «Nella sede di via Campagnole - spiega il presidente Giovanni Laezza - rimarranno tutte le attività legate alle scienze della terra, all’astronomia e alla botanica, mentre a palazzo Sichardt concentreremo tutte le attività legate alla storia e all’arte, compresa l’archeologia, e la quadreria comunale. Si trasferiranno lì anche i laboratori di restauro, che oggi si trovano a palazzo Alberti Poja, e tutti gli uffici collegati ai temi conduttori della nuova sede». In questo modo, il personale in servizio svolgerà anche un ruolo di presidio per il palazzo, che conta cinque livelli: un piano seminterrato, costituito da belle sale con avvolti, che ospiterà alcuni uffici e spazi per la didattica. I quali, grazie a un ingresso indipendente possono essere anche svincolati dai normali orari di apertura al pubblico. Alle esposizioni saranno invece dedicati il piano nobile e il secondo piano, con le sale di maggior pregio. Al terzo piano e nel sottotetto, strutturato come un grande “open space”, verranno allocati altri uffici e i laboratori, mentre si valuta l’impiego anche di spazi per la didattica.

Per la prima apertura al pubblico, l’allestimento di palazzo Sichardt verrà realizzato dallo staff coordinato da Francesca Bacci e composto anche da due giovani architetti. L’equipe curerà la veste con cui l’edificio si ripresenta alla città dopo un ventennio di chiusura e alcuni anni di lavori di restauro. «Sarà una veste “leggera”, che ripropone la storia del Museo Civico, con le numerose donazioni dei cittadini illustri. Sarà un momento in cui ci si renderà conto della enorme potenzialità di un palazzo di tale prestigio come questo, che verrà curato anche negli esterni» aggiunge l’assessore Tomazzoni. Quando il cantiere sarà terminato verrà liberata anche la zona dietro l’edificio. «Verrà piantumata e allestita a giardino, tornerà ad esser un luogo molto piacevole della città». In autunno, con tutta probabilità, verrà invece allestita la prima mostra con le opere della quadreria comunale. Il progetto riguarda il Novecento roveretano attraverso le opere giovanili degli artisti che frequentarono la reale Scuola Elisabettina: tra questi Fortunato Depero, Iras Baldessari e Fausto Melotti, al quale verrà anche dedicata una mostra che inagura a fine marzo a palazzo Alberti Poja. (gi.l.)

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