Arcese dovrà riassumere 35 licenziati
La Corte d’Appello condanna l’azienda, esultano Cobas e Sbm
TRENTO. Arcese dovrà riassumere i circa 35 lavoratori che quattro anni fa avevano impugnato il licenziamento. Lo ha stabilito ieri la Corte d’Appello di Trento, che ha in parte riformato la sentenza di primo grado firmata nel luglio 2015 dal giudice del lavoro Cuccaro.
I giudici di secondo grado hanno stabilito che i lavoratori hanno diritto tanto al risarcimento del danno da licenziamento illegittimo (come aveva già stabilito il Tribunale di Rovereto nella sentenza di primo grado, quantificandolo in venti mensilità), quanto ad essere reintegrati nel loro posto di lavoro.
«Dunque tutti i licenziamenti operati nell’ambito delle procedure di mobilità del 2015 da parte della Arcese trasporti sono stati dichiarati illegittimi e, pertanto, di lavoratori dovranno essere reintegrati nel loro posto di lavoro» commenta soddisfatto Fulvio Flammini del sindacato Sbm. Soddisfatissimi anche i Cobas, co-promotori dell’azione legale. Attraverso Giovanni La Spada esprimono felicità per la sentenza che restituisce il posto di lavoro a una decina di dipendenti licenziati dal sito di Rovereto e una ventina di dipendenti della sede torinese di Arcese.