Anche i lavorati della Gpi a fianco degli operai Sicor
La lunga vertenza. La Rsu: «Il messaggio che non deve passare è che da un giorno all'altro un'azienda che non è in crisi possa disdettare degli accordi frutto di lotte sindacali precedenti»
Rovereto. Anche i rappresentanti dei lavoratori della gpi di trento, azienda per le tecnologie e i servizi dedicati alla sanità, al sociale e alla pubblica amministrazione, si schierano a fianco dei dipendenti della sicor di rovereto, che dal 20 luglio per tre settimane di fila hanno scioperato (la prima settimana 8 ore al giorno, nelle seguenti due sciopero a singhiozzo, ossia un quarto d'ora circa ogni ora), prima di finire per due settimane in ferie collettive. «la loro reazione – sottolineano dalla rsu gpi trento – è scaturita a seguito della decisione unilaterale dell'azienda di assorbire gli aumenti contrattuali, arrivati a giugno, dai superminimi collettivi e ancora più grave di cancellare la quattordicesima, entrambi istituti contrattati tra l'azienda e il sindacato nel lontano 1982. questa decisione non solo non è passata internamente, ma ha prodotto una reazione a catena.
La raccolta fondi
A sostegno dei lavoratori sicor hanno scioperato i lavoratori di pama, dana, bonfiglioli, metalsistem, siemens e ebara. contemporaneamente è stata avviata una raccolta fondi per la cassa di resistenza, alla quale si sono aggiunti trentino digitale e san carlo snacks di lavis. anche se in gpi non ci sono né superminimi collettivi né quattordicesime, il messaggio che non deve passare è che da un giorno all'altro un'azienda che non è in crisi possa disdettare degli accordi frutto di lotte sindacali precedenti. noi pensiamo che la nostra solidarietà in momenti come questo sia fondamentale, perché riteniamo scorretto il comportamento dell'azienda e l'effetto domino che potrebbe scaturire. noi come gli altri metalmeccanici abbiamo scelto di stare dalla parte dei lavoratori sicor». dalla rsu gpi invitano i colleghi a contribuire alla raccolta fondi per la “cassa di resistenza” a favore dei dipendenti dell’azienda roveretana. M. CASS.