Testata al cameriere: cuoco condannato
Sei mesi di reclusione per l'aiuto cuoco Claudio Carletti, 29enne di Riva. L’imputato: «Colpo involontario, mi stavo alzando»
RIVA. Per il cameriere la lite sarebbe nata da un insulto sessista; per l’altro, l’aiuto cuoco, dal modo di chiamare il collega “coso”. La lite, tra i due, in ogni caso non è in discussione, come la testata, nel senso del contatto tra la testa dell’aiuto cuoco, Claudio Carletti, e la faccia del cameriere. Solo che per Carletti quel contatto sarebbe stato del tutto fortuito e involontario: «mi erano cadute delle vongole - ha spiegato lui stesso in aula ieri mattina - e mi ero piegato per raccoglierle, il cameriere in quel momento era lì davanti, non so se si sia mosso, ma quando mi sono alzato gli ho dato una testata in faccia. Me ne sono reso conto solo sentendo la botta».
«Eravamo uno di fronte all’altro - è invece la versione della “vittima” - e io avevo un piatto per mano. Stavamo discutendo già da prima, c’era molto lavoro ed eravamo nervosi entrambi. Sta di fatto che mi è arrivata la testata in faccia».
A seguito del colpo ricevuto il cameriere ha dovuto smettere di lavorare, non riuscendo nemmeno a tornare a casa propria da solo. La diagnosi del pronto soccoeso: edema all’occhio e 10 giorni di prognosi, ma senza lesioni più gravi. È stato dopo, dice il ferito ed ha certificato anche il perito, che si è manifestata una seria menomazione della vista proprio da quell’occhio. Un danno permanente, che dal punto di vista legale ha trasformato le lesioni in gravissime.
Alla fine il giudice ha condannato Claudio Carletti, 29 anni di Riva, a 6 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena.