la cerimonia

Egidio Molinari, il sindaco che diede il nome a Riva del Garda

La città ha voluto intitolargli la sala conferenze della biblioteca civica a Palazzo Salvadori Lutti. La celebrazione è stata anche l’occasione per riunire molti ex sindaci, le dinastie politiche rivane

LE IMMAGINI: la cerimonia con molti ex sindaci rivani, le dinastie politiche



RIVA. L’occasione l’ha fornita la celebrazione in onore di un rivano che ha fatto la storia politica e sociale di Riva del Garda, il cavalier Egidio Molinari, sindaco due volte negli anni Sessanta, più volte eletto consigliere comunale, cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (onorificenza ricevuta dal presidente Saragat). È a lui che si deve, nel 1969, il cambio del nome della città da Riva a Riva del Garda: fu sua la proposta, condivisa dal consiglio comunale, di chiedere alla Regione la modifica della denominazione ufficiale del Comune. 

L’amministrazione comunale ha intitolato a Molinari la sala della biblioteca civica utilizzata per conferenze, incontri e presentazioni di libri, nel rinnovato Palazzo Salvadori Lutti. Una scelta presa dal consiglio comunale nel maggio del 2019 e ora ufficializzata con una cerimonia che si è svolta nella mattinata di sabato 24 aprile, in quella biblioteca che Molinari volle fortemente realizzare per la cittadinanza. 

La celebrazione, organizzata dall’attuale sindaca Cristina Santi, ha fornito l’opportunità di riunire molti ex sindaci rivani, a incominciare da suo padre Bruno. Le dinastie politiche rivane raccolte nella stessa stanza: Cristina e Bruno Santi; Claudio Molinari, figlio del cavalier Egidio Molinari; Paolo Matteotti (suo padre Mario è stato sindaco); Adalberto Mosaner (suo padre Dario fu vicesindaco proprio con Molinari padre e con Enzo Bassetti, presente pure lui verso la parte finale della cerimonia).

«La scelta di intitolare al cavalier Egidio Molinari la sala della biblioteca civica utilizzata per conferenze, incontri e presentazioni di libri ha lo scopo di mantenere vivo il ricordo della sua figura nel luogo dove si svolge un servizio pubblico importante come quello della biblioteca, che è stato da lui fortemente voluto per la comunità, inaugurato ufficialmente il 4 ottobre del 1969, ma realizzato grazie a un costante lavoro iniziato diversi anni prima e grazie in particolare alla sua volontà politica, appoggiata dalle tante persone che con lui collaboravano, anche per la fiducia e la stima che con la sua serietà e il suo impegno riusciva a infondere nei collaboratori», la motivazione dell’intitolazione approvata dal consiglio comunale. 

Alla cerimonia, che si è svolta nel rispetto delle norme anti contagio, quindi con un numero limitato di partecipanti e senza pubblico, hanno preso parte i figli Adriana e Claudio, quest’ultimo già sindaco, assessore provinciale e senatore della Repubblica, e per l'amministrazione comunale il sindaco Cristina Santi, il vicesindaco Silvia Betta e il consigliere comunale Simone Fontanella. Presenti, come detto, anche numerosi ex sindaci di Riva del Garda, Franco Odorizzi, Paolo Matteotti, Bruno Santi e Adalberto Mosaner, oltre a Annalena Boccagni, assessora alla cultura di Riva del Garda della Giunta Molinari del 1963. In un secondo tempo, a cerimonia conclusa si è aggiunto anche un altro ex sindaco di Riva del Garda, Enzo Bassetti.

La cerimonia per Egidio Molinari, il sindaco che "inventò" il nome Riva del Garda

La città di Riva del Garda ha intitolato la sala conferenze della biblioteca all'ex sindaco Egidio Molinari, che diede il nome Riva del Garda al Comune. Alla cerimonia hanno presenziato molti ex sindaci, una fetta della dinastia politica rivana

La sindaca Cristina Santi

«Mi fa particolarmente piacere pensare che questa sala, in cui si incontrano tante persone, porti da oggi il nome del cavalier Egidio Molinari - ha detto la sindaca - che tanto ha fatto per la nostra città, ma soprattutto persona di grande umanità, è questo mi preme sottolinearlo. Per questa iniziativa, che aspettavamo da molti anni, si è adoperata molto la consigliera comunale Mirella Serafini, che da quando mi sono insediata non ha mancato di sollecitare l’amministrazione a concretizzare, per cui la voglio ringraziare. Ricordo anche che il cavalier Molinari è quel sindaco che nel 1969 ha ottenuto che la nostra città modificasse il nome da Riva a Riva del Garda, legandone il nome al lago di Garda, a cui io tengo particolarmente».

 

Claudio Molinari

«Papà considerava la biblioteca civica, “con annessa fonoteca”, come soleva precisare, non per puntiglio, ma per civico orgoglio – ha detto Claudio Molinari, a nome anche della sorella Adriana - uno dei frutti più significativi del suo impegno di amministratore del nostro Comune. Non dobbiamo dimenticare il riferimento temporale a quegli anni Sessanta, che videro una radicale trasformazione della città sotto molteplici profili: anche le novità promosse in quel periodo nei campi della cultura e dell'istruzione vanno considerate come componenti di quel cammino evolutivo della società rivana. La costituzione dell’associazione “Scuola musicale civica”; la procedura per l'avvio dei corsi del Conservatorio di Musica, sede staccata di quello di Bolzano; la procedura per l'avvio dei corsi dell'Istituto tecnico commerciale e per geometri, sede staccata del “Felice e Gregorio Fontana” di Rovereto; l'avvio del consorzio per la Casa degli Artisti a Canale; l'avvio, appunto, e l'inaugurazione della biblioteca civica, con annessa fonoteca: furono (citate a memoria) alcune conseguenze operative della medesima impostazione progettuale, orientata ad un aggiornato benessere della polis. Nel merito del percorso costitutivo, che sfociò nella cerimonia inaugurale del 4 ottobre del 1969, considero un preciso dovere morale citare l'imprescindibile ruolo svolto dal cav. dott. Mario Crosina, alla memoria del quale credo, gentile sindaco, sarebbe grande segno di riconoscenza intitolare un'altra sala di questa biblioteca. Il dottor Mario Crosina non esitò a mettersi a disposizione dell'ardua impresa, con le doti di cultura, di intelligenza, di senso civico, di rettitudine e di puntigliosità, che lo caratterizzavano. Il volumetto “Nascita di una biblioteca”, curato pochi anni orsono dal dottor Ruggero Morghen, già qui bibliotecario, ha ricostruito le vicende di quel periodo, ben lumeggiando il contributo sostanziale reso dal dottor Crosina, che la mia generazione ricorda bene come vigile e scrupoloso direttore in tutti quegli anni, nelle austere sale della biblioteca, là in Rocca. Sull'onda dei ricordi, con riferimento alla cerimonia inaugurale del 4 ottobre 1969, merita decisamente un accenno la figura di colui che vi fu relatore principale, cioè il dottor Lino Montagna, assessore del Comune di Milano, amico di papà dai tempi della gioventù in oratorio. Egli aveva prestato volentieri la sua competenza con opportuni suggerimenti e confronti nella fase di impostazione della biblioteca. Montagna fu uomo politico di elevata caratura culturale e morale, che diede un contributo fondamentale alla rinascita di Milano nel secondo dopoguerra, rivestendo anche la carica di vicesindaco, oltre che di assessore alla cultura. Ricordo che il dottor Montagna era fratello di quel Mario Montagna che fu per decenni impiegato dell’ufficio anagrafe del nostro Comune. La terza persona, della quale mi permetto di far riecheggiare il nome in questa bella occasione, è il signor Renato Pedri. Figura irripetibile e interlocutore puntuale per tutti noi, un tempo giovanissimi e giovani frequentatori della biblioteca. La narrazione romanzata del suo coinvolgimento come bibliotecario vuole che il sindaco di allora, che ne conosceva le potenzialità, lo avesse dovuto stanare nella sua campagna, mentre era intento alla sarchiatura. È certo che la coppia direttore Crosina-bibliotecario Pedri permise alla neonata istituzione culturale civica di strutturarsi, poi di consolidarsi, conquistando in breve l'interesse e la partecipazione di un sempre maggior numero di rivani. Il dott. Pasquale Chisté, che ebbi al mio fianco in Provincia come primo sovrintendente ai beni librari e archivistici della nostra Autonomia, mi ricordava volentieri gli anni della fondazione della nostra biblioteca, alla quale aveva avuto modo di offrire il suo apporto di giovane funzionario del settore. Per questo, torno dunque al sindaco di allora: egli ebbe, infatti, ben chiaro anche il significato di promozione e di sperimentazione che il binomio biblioteca-fonoteca avrebbe potuto svolgere nei confronti del sistema a livello provinciale. Ecco, gentile sindaco, insieme al ricordo delle persone che più furono vicine a papà in quell'epopea, il motivo della gratitudine al civico consesso e alla Sua amministrazione: con il semplice segno di una targa commemorativa, si imprime -sulla parete di un locale di questa istituzione culturale essenziale per la civica identità- il nome di un concittadino che a questa nostra Riva (anzi, è proprio per una sua iniziativa che oggi possiamo dire: a questa nostra Riva del Garda) ha voluto bene, cercando di offrire ai suoi concittadini servizi culturali all'altezza dei tempi e capaci di stimolare la gioventù a raggiungere mete sempre più alte. Come espressione tangibile di riconoscenza, Le consegno, gentile sindaco, una fotocopia del testo del sintetico discorso letto da papà nell'auditorium della Rocca quel 4 ottobre 1969, introducendo la cerimonia di inaugurazione della biblioteca civica con annessa fonoteca. Segnalo che, in esso, quell'antico amministratore si augurava che il traguardo raggiunto desse (cito) “la misura di come l'amministrazione comunale abbia utilmente e avvedutamente disposto di una parte cospicua delle pubbliche entrate”».

 

La consigliera Mirella Serafini

«Abbiamo scelto questo giorno per questa cerimonia -ha spiegato la consigliera Mirella Serafini- perché oggi il caveliere Egidio Molinari avrebbe compiuto 98 anni. Tutte le persone che negli anni mi hanno descritto la sua figura, a partire dalla mia famiglia, mi hanno confermato ciò che i quotidiani di quattordici anni fa, nei giorni successivi alla sua morte, hanno evidenziato. Si è scritto delle sue qualità di uomo politico e amministratore del bene comune integerrimo, esigente in primis con se stesso. Nei sette anni del suo mandato ha seguito con passione le vicende di una Riva degli inizi anni Sessanta che doveva trovare un giusto assetto imprenditoriale, per garantire alla popolazione quelle opportunità di lavoro e, quindi, di benessere, che al giorno d'oggi sono un bene raro. Desidero fare una breve cronistoria: nella seduta del Consiglio comunale del 16 febbraio 2007, la prima successiva ai trigesimo, la sua figura è stata ricordata con l'osservanza di un minuto di silenzio. A seguire, il compianto consigliere Umberto Benaglio aveva condiviso con i colleghi (fra cui la sottoscritta) un'idea, che dichiarò di aver maturato nell'osservare la massiccia e commossa partecipazione popolare alle esequie e l'affetto con il quale i concittadini ricordavano il sindaco di un tempo. La proposta, quindi, era quella di intitolare al cavalier Molinari una via, una piazza, un edificio pubblico o un giardino, a memoria futura. Il presidente del Consiglio aveva preso buona nota per l'avvio dell'iter procedurale, al fine di dare esecuzione a questo suggerimento, condiviso nella seduta. Dieci anni dopo, questa proposta venne portata in Consiglio comunale e si diede inizio all'iter. La burocrazia è stata un po’ lunga ma finalmente oggi siamo qui. Mi permetto di concludere con queste parole: in questo momento del ricordo, il mio pensiero è rivolto ai sette nipoti del cavaliere, che possono vedere confermata in un segno tangibile la stima che l'amministrazione comunale rivana ha voluto e vuole manifestare al loro nonno a nome di tutta la cittadinanza»

 

La biografia di Egidio Molinari

Nacque il 24 aprile 1923. Per il lavoro del padre, dipendente dell'Intendenza di finanza, visse i primi anni fra Trento e Bergamo. La famiglia si trasferì definitivamente a Riva nel febbraio del 1932, a causa della morte prematura del genitore. Fu impiegato presso l'Ufficio imposte dirette per quarantatré anni. Politicamente fu nel gruppo dei fondatori della Democrazia Cristiana rivana, alla fine della seconda guerra mondiale, sotto la guida del dott. Angelo Giacomo Mott (poi senatore e sottosegretario di Stato). Divenne consigliere comunale nelle elezioni del 27 maggio del 1951 e rimase in carica fino al 30 dicembre del 1952, all'epoca del sindaco cav. Guido Zeni. Divenne nuovamente consigliere comunale nelle elezioni del 2 dicembre 1962 e fu nominato vicesindaco. In seguito alle dimissioni del sindaco, il comm. Vigilio Bronzini, il Consiglio comunale lo nominò sindaco della città il 27 luglio del 1963. Il 27 dicembre del 1965 ricevette dal presidente Saragat l'onorificenza di cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Rieletto consigliere nelle elezioni del 5 marzo 1967, fu confermato sindaco dal Consiglio comunale. Concluse il suo mandato l’8 luglio del 1970, quando passò le consegne al commissario straordinario, dott. Sisinio Pontalti. Nel 1969, su sua proposta condivisa dal Consiglio comunale, la Regione aveva approvato il cambiamento della denominazione ufficiale del Comune di Riva in Riva del Garda. Nel 1980 fu nominato dall'amministrazione comunale membro della commissione amministratrice dell’Amsea, incarico che si concluse nel 1985. Nelle elezioni comunali del 12 maggio del 1985 fu nuovamente eletto consigliere comunale, rimanendo in carica fino alla successiva scadenza elettorale del 1990. Morì il 14 gennaio del 2007.

 













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